Rifiuti alimentari, spazzatura o giacimento di energia?

Rifiuti alimentari, spazzatura o giacimento di energia?

L’associazione confindustriale Uida, Unione imprese difesa ambiente, federata ANIMA, offre una soluzione concreta, corredata di dati scientifici comprovati e analisi di calcolo, per rispondere al problema ingente dello smaltimento dei rifiuti.

La tecnologia del dissipatore è uno strumento per la raccolta dei rifiuti alimentari installato direttamente sotto al lavello della cucina per una raccolta della frazione organica dei rifiuti più efficiente, comoda, immediata. La tecnologia risulta utile per una drastica riduzione della CO2 emessa dai trasporti che raccolgono i rifiuti, per una maggiore igiene e salute della comunità e per una produzione intelligente di energia attraverso il biogas.

Il dissipatore evita i costi di raccolta (porta a porta) e di trasporto della Forsu – Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano. Secondo i dati pubblicati da ISPRA nel 2011, in Italia in media si può stimare un costo di raccolta, trasporto e trattamento Forsu di 50,1€/fam/anno. La differenza ottenibile mediante l’uso del dissipatore porterebbe a un vantaggio oltre che economico ambientale e di salute. Potenzialmente se tutte le 22 milioni di famiglie italiane fossero dotate di questo sistema, si verificherebbe un decremento di costi pari a ben oltre mezzo miliardo di euro all’anno.

“In questa fase di congiuntura economica, in particolare, ogni amministrazione comunale ha il dovere di valutare attentamente qualunque potenziale riduzione dei costi e ogni possibile forma di aumento di ricavi. – dichiara Giuliana Ferrofino, Presidente Uida-DRA e VicePresidente ANIMA – Oltre all’indubbia comodità, infatti, il dissipatore di rifiuti alimentari consente di ridurre significativamente i costi della raccolta della frazione organica dei rifiuti diminuendo il numero di passaggi da parte dei mezzi di raccolta per il ritiro della frazione organica, con benefici per la cittadinanza sottoforma di minori costi, riduzione della quantità di CO2 nell’aria delle nostre città oltre a diminuire l’impatto della raccolta dei rifiuti sul traffico urbano e interurbano. – conclude la Presidente Ferrofino – Al contempo aumenta la percentuale, oltre alla qualità, della raccolta dell’umido a tutto beneficio della possibilità di produrre Biogas da parte di ogni Comune, anche su scala significativa, spesso addirittura ottimizzando l’utilizzo di impianti di depurazione già pronti per lo sfruttamento di questo potenziale”.

Tale tecnologia è ampiamente diffusa e promossa universalmente, negli Stati Uniti in modo particolare e in Svezia, nazione che sta ampliando sempre più il raggio di utilizzo. Un esempio fra tutti è Stoccolma quale grande città che li ha recentemente introdotti in maniera strutturale e organica all’interno dei suoi impianti di gestione e trattamento acque e rifiuti. In Italia sono state condotte negli ultimi quattro anni diverse sperimentazioni. L’applicazione dei dissipatori ha interessato i territori di Lucca, Monghidoro (BO), Biella, Padova e, da ultimo, Chieri (TO), che rappresenta una novità assoluta per gli obiettivi che si è posta: per la prima volta, in Italia, i risultati consentono di valutare gli effetti economici, oltre agli impatti fisici dell’uso del dissipatore.

Sia le linee guida europee che i numerosi e recenti lavori scientifici affermano come la sostenibilità nella gestione dei rifiuti urbani organici deve essere perseguita secondo approccio ed analisi multi-criterio (i.e. Life Cycle Thinking – LCT e Life Cycle Assesment – LCA), del quale l’analisi economico-finanziaria è parte integrante. Difatti, solo a titolo di esempio, una gestione dei rifiuti realmente sostenibile non può ignorare le emissioni e gli impatti ambientali connessi al trasporto di rifiuti. In quest’ottica la soluzione del trattamento integrato di acque reflue e rifiuti tramite l’utilizzo di DRA, secondo un approccio decentralizzato, assume un importante valore aggiunto, che esce dagli schemi del mero calcolo economico a favore della sostenibilità ambientale. Ovviamente, un approccio teso al beneficio ambientale, dunque al benessere della comunità, deve essere sostenuto da politiche e strategie pubbliche appropriate.

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