Un esercito di rifiuti pericolosi in continua crescita

Un esercito di rifiuti pericolosi in continua crescita

Nel settembre 2010, la Direzione Generale Ambiente della Commissione europea ha illustrato i risultati della ricerca “Toxicity potentials from waste cellular phones, and a waste management policy integrating consumer, corporate, and government responsibilities“.

I dati non sono certo confortanti: il tasso di sviluppo tecnico della telefonia mobile è quanto mai rapido; i consumatori seguono con molta attenzione le novità che il mercato propone loro e cambiano apparecchio con notevole frequenza. Risultato: una grande quantità di telefoni cellulari, magari ancora funzionanti, che finiscono nella spazzatura.

Ma con che tipo di rifiuti abbiamo a che fare? Nell’analizzare la tipologia di questi rifiuti, la ricerca ha evidenziato come i livelli di rame, piombo, arsenico e mercurio – rilasciato attraverso lo smaltimento dei rifiuti provenienti dai telefoni cellulari – sono tossici per la salute e l’ambiente. Lo studio ha analizzato 34 diversi modelli di telefoni cellulari allo scopo di valutare i potenziali effetti tossici derivanti dall’incenerimento o dall’avvio in discarica dell’apparecchio. Risultato: arsenico, piombo, rame e mercurio sono i metalli che maggiormente possono creare danni alla salute e all’ambiente.

Il discorso non muta molto se prendiamo in considerazione un lettore mp3, un navigatore satellitare, una videocamera o qualsiasi altro apparecchio della categoria.

Due sono le strategie indicate dalla Direzione Generale Ambiente per evitare che questo tipo di rifiuti crei danni irreparabili:

• una progettazione ecocompatibile: costruire apparecchi con un minore impatto ambientale, utilizzando materiali meno tossici (vedi voce Ecodesign nel menu di destra);

• considerare i telefoni cellulari e, con essi, tutti gli altri prodotti dell’elettronica portatile, come rifiuti pericolosi oggetto di raccolta differenziata. In tal modo i materiali pericolosi possono essere correttamente trattati attraverso la messa in sicurezza. In più, i materiali riutilizzabili possono essere avviati al riciclo e recupero.

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