Crescono gli indici di riciclo di tutti i materiali a fronte, però, di un netto calo dei quantitativi trattati, come effetto diretto della crisi. Per carta, acciaio e vetro il più alto tasso di riciclo. Aumentano le esportazioni dei rifiuti riciclati soprattutto verso i Paesi in forte sviluppo economico.
Il settore del riciclo rifiuti ha risentito della crisi e ha registrato un calo in termini assoluti dei quantitativi gestiti, calo dovuto alla flessione della produzione e quindi anche della domanda di materie prime ricavate dai rifiuti, pur a fronte di un progressivo e continuo aumento dei tassi di riciclo in tutte le filiere anche per la contrazione dei consumi; sono aumentate, però, le esportazioni di materiali riciclati, dirette soprattutto verso i Paesi in forte sviluppo economico (Cina su tutti) che offrono nuovi sbocchi al settore.”
L’impatto della crisi negli ultimi due anni è stato rilevante anche nel comparto del riciclo, ma la sua buona strutturazione in Consorzi e altre organizzazioni di filiera ha consentito di attenuare gli effetti della congiuntura negativa e intravedere buone prospettive.
Anche in un periodo di crisi economica, il settore del riciclo dei rifiuti – cruciale all’interno della green economy – non solo regge, ma riesce a fare passi in avanti significativi. E’ doveroso ricordare che in Italia, non c’è solo la crisi dei rifiuti di Napoli, ma che esiste ormai una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d’Europa. Abbiamo intere Regioni dove le raccolte differenziate sono intorno al 50% e settori come quello degli imballaggi dove si ricicla il 64% dell’immesso al consumo.
Il settore del recupero dei rifiuti, anche da un punto di vista strategico e di politica industriale, è sempre più un punto di forza dell’economia nazionale. Nonostante la contrazione della produzione e della domanda interna – che ha avuto inevitabili riflessi negativi anche sui volumi riciclati – le raccolte sono in crescita e i tassi di riciclo (già elevati) si avvicinano sempre più ai picchi di eccellenza europei. Ma per poter compiere quel salto di qualità necessario ad uscire definitivamente dalla crisi, le aziende devono vedere affiancati i propri sforzi da un reale impegno del Governo per un sistema davvero efficiente sotto diversi aspetti: quello della concorrenza nel mercato (in particolare tra soggetti pubblici e privati), quello della semplificazione delle norme e delle procedure, in una parola, quello della convenienza a investire in tecnologie e rimanere in Italia.
Va segnalato, infine, il decollo del sistema di raccolta e avvio al recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), la cui raccolta nel 2009 (primo vero anno di operatività completa del Sistema RAEE domestico, salvo quello della distribuzione) ha fatto registrare una forte crescita. Se nel 2008 il totale raccolto ammontava a 126mila tonnellate, l’anno successivo si è toccato quota 193mila tonnellate.
Lo studio, realizzato con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e di MSE, ONR e ISPRA e con il contributo di COBAT, COMIECO, ECOPNEUS, RILEGNO, Ecomondo ha riguardato ben 15 filiere: carta, vetro, plastica, gomma e pneumatici fuori uso, legno, alluminio, acciaio, rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, pile e accumulatori, oli minerali esausti, oli e grassi vegetali ed animali esausti, frazione organica, rifiuti inerti da costruzione e demolizione, tessile, veicoli fuori uso.