In italia, un comune su otto è autosufficiente dal punto di vista elettrico grazie a sole, vento, biomasse e geotermia: a Lecce, per esempio, si produce più elettricità verde di Friburgo, la tanto celebrata capitale tedesca del fotovoltaico; in più del 90% dei comuni italiani è presente ormai almeno un impianto rinnovabile. Dopo essere state accusata di essere troppo costose ed inefficienti, le cosiddette fonti verdi di energia si prendono la loro indiscussa rivincita.
Giunto alla sua sesta edizione, il dossier di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011“, è sicuramente la risposta migliore, perché insindacabile, a tutti coloro che continuano a sostenere la marginalità delle fonti rinnovabili. “Per capire come stanno davvero le cose – spiega il curatore del rapporto Edoardo Zanchini – occorre guardarle nella giusta prospettiva. Se continuiamo a raccontare la questione energetica partendo dalle potenzialità d’installazione delle fossili è chiaro che non c’è gara, ma se scendiamo sul territorio per capire come le comunità rispondono alle esigenze locali allora i numeri ci danno ragione e ci rendiamo conto che gli obiettivi fissati dall’Unione Europea sono raggiungibili con incredibili vantaggi per tutti”.
E allora, proviamo davvero a scendere sul territorio. Ciò che salta subito all’occhio è sicuramente un’impressionante crescita degli impianti installati nel territorio italiano: sono 7.661, infatti, i Comuni in Italia dove si trova almeno un impianto, contro i 6.993 del 2010 e i 5.880 nel 2009.
Ancora più significativo è il fatto che l’aumento delle fonti pulite nei comuni italiani riguardi tutti i tipi di energia, dal fotovoltaico al termico, dall’idroelettrico alla geotermia, fino agli impianti a biomasse e biogas integrati con reti di teleriscaldamento e pompe di calore.
Il Rapporto 2011 esalta in particolare i comuni alpini di Morgex e Brunico per la loro capacità di diventare 100% rinnovabili, non solo per i consumi elettrici ma anche per quelli termici (riscaldamento e acqua calda), attraverso un mix di fonti diverse. Un contributo decisivo – per questi due esempi virtuosi, ma anche per gli altri 18 municipi italiani che possono vantarsi di essere completamente autosufficienti – arriva in particolare dagli impianti di teleriscaldamento a biomasse.
Il bacino delle realtà locali virtuose si allarga notevolmente, invece, se ci si limita a prendere in considerazione l’indipendenza elettrica: in questo caso il numero di municipi 100% rinnovabili balza, infatti, a quota 964. E’ importante, per comprendere a fondo la portata di tale fenomeno, considerare che – all’interno della classifica dei migliori – accanto alle “usuali” piccole comunità di montagna iniziano ad affacciarsi città e località del meridione. Anche il Sud comincia a muoversi, ma per dare continuità a questa straordinaria rivoluzione occorre semplificare le normative d’autorizzazione, dare certezze agli investimenti, avviare serie politiche di efficienza energetica e iniziare gli indispensabili interventi di adeguamento della rete alle nuove caratteristiche della microgenerazione distribuita: in altre parole, occorre che veda finalmente la luce il Piano energetico nazionale atteso ormai da anni.
E che sia un piano orientato alla sostenibilità!