Questa gemma dell’arcipelago è diventata negli anni un simbolo per il “turismo lento” all’interno di piano a maggior respiro di sostenibilità e autosufficienza energetica
Las Palmas, 24 gennaio 2020 – Ogni anno le spiagge paradisiache, i paesaggi variegati e un clima ideale fanno delle Canarie la destinazione scelta da circa 15 milioni di turisti. Tra le otto isole che compongono l’arcipelago, El Hierro si distingue per la forte vocazione al “turismo lento” che riflette il ben più ampio impegno verso la sostenibilità, l’autosufficienza energetica e la salvaguardia dell’ecosistema locale.
Turismo diluito ed ecosostenibile
Le Isole Canarie godono di un clima primaverile tutto l’anno e questo agevola un flusso turistico costante e diluito sui dodici mesi, senza picchi di bassa e alta stagione. A questo “aiuto” della natura a preservare El Hierro dal turismo di massa si accompagnano scelte specifiche in termini di ospitalità.
Ad esempio, l’offerta di alloggi per i turisti include bio-rifugi, eco-abitazioni e residenze agro-turistiche. Inoltre, vige un accordo tra gli albergatori per l’aquisto di prodotti a km zero: El Hierro è ritenuta un modello nella produzione bio, categoria in cui oggi mantiene la più vasta area di prodotti certificati.
Come Riserva della biosfera dell’UNESCO, El Hierro mira a conservare l’ecosistema marittimo e terrestre e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Questa piccola isola cattura i visitatori per il contrasto tra le sue terre vulcaniche, il verde dei suoi boschi rigogliosi e la trasparenza dell’acqua. Intorno all’isola c’è l’opportunità di scoprire anemoni, spugne, coralli gialli e il raro corallo nero che si sono riformate dopo le eruzioni vulcaniche del 2011. Qui vivono, tra gli altri, pesci pappagallo, squali angeli, e razze che attirano da tutto il mondo appassionati di turismo subaqueo. Tra i punti di immersioni spicca Mar de las Calmas, una delle tre riserve marine delle Isole Canarie.
Spostarsi sull’isola: mobilità elettrica e non solo
El Hierro intende aumentare la copertura dei collegamenti pubblici, migliorando la consapevolezza degli abitanti e dei turisti nei confronti dell’ambiente circostante. Il governo punta a incrementare la flotta dei minibus elettrici per incentivare l’uso dei mezzi pubblici anche per raggiungere le zone prettamente turistiche, limitando allo stesso tempo le licenze taxi. Si sta attuando inoltre una strategia di conversione per il biodiesel basata sullo sfruttamento dell’olio vegetale autoctono in grado di ridurre le impronte di carbonio.
Un’isola totalmente autosufficiente nel giro di pochi anni
Il primo piano per l’autosufficienza energetica risale al 1997 e oggi l’obiettivo è raggiungerla entro i prossimi otto anni. I segnali sono incoraggianti: per ventiquattro giorni, nell’estate 2019, il 100% del fabbisogno energetico è stato coperto da fonti rinnovabili. In genere le fonti verdi rappresentano il 60%, grazie all’energia prodotta dalle turbine eoliche costruite nel territorio di Valverde e alla centrale idroelettrica di Gorona. Inuagurato nel 2014, l’impianto è costituito da una diga installata all’interno di uno dei numerosi crateri dell’isola.
Sin dall’anno sucessivo alla messa in opera della centrale, le emissioni di gas serra sono state ridotte di 40.000 tonnellate e nel 2017 l’impianto ha coperto l’equivalente di 6.017 tonnellate di gasolio, che corrispondono a 40.000 barili di petrolio. Attualmente sono in corso lavori per estendere l’influenza della centrale e sfruttare al meglio l’energia marina, il fotovoltaico e il riutilizzo della produzione energetica in eccesso.
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