Terre rare, cresce la domanda. L´Europa inizi a riciclare i RAEE se non vuole rimanere indietro

Terre rare, cresce la domanda. L´Europa inizi a riciclare i RAEE se non vuole rimanere indietro

“Mentre continua la bagarre internazionale sulle materie prime, il Ministero cinese del commercio ha annunciato quote supplementari per l’esportazione di terre rare pari a 10.680 tonnellate, di cui 9.490 tonnellate riguardano le terre rare leggere e 1.190 sono destinate alle terre rare medie e pesanti. Inoltre, Pechino ha annunciato un finanziamento da 4,2 miliardi di dollari per sovvenzionare per un anno l’acquisto di elettrodomestici che contengono questi materiali. Le azioni intraprese dalla Cina si inseriscono in una strategia precisa che mira a coniugare crescita e minori consumi energetici e ad avviare un nuovo tipo di sviluppo per cui l’utilizzo di terre rare è imprescindibile.

Per l’Europa, la svolta cinese deve rappresentare una molla e non un freno, una spinta forte verso un investimento nella ricerca sistematica di nuove vie che consentano al Vecchio Continente di rimanere tra i protagonisti dello scenario economico mondiale. Per questo il Laboratorio E-Waste Lab – creato recentemente da Consorzio ReMedia e Politecnico di Milano e supportato da altri importanti partner – ha deciso di concentrasi sul recupero e il riciclo di terre rare e metalli preziosi. Entro il 2015 la domanda globale di terre rare potrebbe raggiungere 210.000 tonnellate all’anno e, per essere soddisfatta, la produzione annua non cinese dovrebbe essere tra 45.000 e 70.000 tonnellate. E’ evidente che si tratti di una vera e propria sfida: per affrontarla ed essere realmente efficaci è necessario puntare su diversi fattori, tra cui la raccolta e la canalizzazione attraverso la catena del riciclo e del recupero. A questo proposito i RAEE rappresentano una vera e propria miniera urbana. Basti pensare ai cellulari e al potenziale valore di mercato del riciclo dei materiali in essi contenuti: se raccogliessimo tutti i prodotti venduti nel 2011 in Italia, pari a 35 milioni, avremmo un valore di mercato pari a oltre 150 milioni di euro. A oggi raccogliamo solo 500 mila pezzi, per un valore di mercato pari a 2 milioni di euro. Un gap che deve essere assolutamente colmato”.

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