Celle piccole, anonime e maleodoranti? No, almeno non in Islanda! Qui, infatti, il carcere si trasforma da luogo chiuso, cupo e monotono ad ambiente dinamico, che cambia a seconda delle stagioni. L’obiettivo è ambizioso: riabilitare i detenuti anche attraverso una cultura del rispetto ambientale e della sostenibilità.
Di cosa si tratta, nel dettaglio? Le parole chiave sono efficienza energetica ed illuminazione naturale. Il contatto con la natura, la forza degli elementi, suoni, odori e colori delle diverse stagioni rendono più facile ai detenuti il processo di riabilitazione.
E non finisce qui! Sono state proprio le prigioniere a suggerire la struttura dell’edificio, lamentando – oltre ovviamente alla mancanza di libertà – l’assenza di un ambiente naturale e dinamico. L’edificio, a basse emissioni, è isolato grazie ad uno spesso strato di torba, un materiale locale ideale per proteggere gli ambienti interni dalle temperature rigide islandesi. L’erba cresce spontaneamente sulla struttura creando delle facciate verdi naturali, isolanti ed esteticamente gradevoli. La qualità dell’aria migliora notevolmente e diminuiscono i consumi di energia per il riscaldamento ed il raffrescamento.
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