Focus sul consumatore nella prima giornata di WiGreen – Forum sulla Sostenibilità, evento promosso dall’area green di SPRIM ITALIA, società di consulenza impegnata nella tutela della salute dell’uomo e dell’ambiente. Sono stati evidenziati gli errori che comunemente si compiono a tavola in relazione al fenomeno dello spreco alimentare, per poi fornire le indicazioni riguardanti i comportamenti da adottare per ridurne la portata. Il tema dello spreco è ormai una vera emergenza nei Paesi occidentali e riguarda soprattutto l’ambiente domestico. Per questo motivo il ruolo del consumatore nei processi di ottimizzazione delle risorse è cruciale.
PIù INCENTIVI PER CHI è “GREEN” – «Se consideriamo che il 20% delle categorie di prodotti che acquistiamo sono responsabili dell’80% dell’impatto ambientale legato al consumo di beni, riusciamo a chiarire quanto ogni singolo individuo possa agire a difesa dell’ambiente», afferma Fabio Iraldo, docente di Management e Tecnologia all’Università Luigi Bocconi di Milano e relatore nel corso della seconda edizione di WiGreen – Forum sulla Sostenibilità. Le poche agevolazioni riservate a chi risulta impegnato in un percorso di miglioramento della sostenibilità delle produzioni rappresentano un ostacolo che, a fronte di cospicui investimenti, impedisce una maggiore competitività sul mercato. I prodotti ecologici, infatti, costano di più. «Può sembrare una provocazione, ma perché non prendere in considerazione l’ipotesi di ridurre l’iva sui prodotti sostenibili? – prosegue Iraldo. Servirebbe un atteggiamento collaborativo da parte delle istituzioni nei confronti di chi rispetta l’ambiente».
IMPATTO AMBIENTALE IN ETICHETTA? – La differenza tra chi opera realmente a favore della sostenibilità e chi invece fa greenwashing risulta difficile da comprendere per il consumatore ed è per questo che vi è ancora una certa diffidenza. Molte aziende investono nella pubblicità, con l’obiettivo di veicolare messaggi riguardanti il loro impegno a tutela dell’ambiente, ma lo scetticismo del consumatore non sempre si attenua. Per far fronte a questo deficit di chiarezza, l’ipotesi lanciata nel corso di WiGreen – Forum sulla Sostenibilità riguarda l’opportunità di vedere indicato l’impatto ambientale sull’etichetta dei prodotti nel giro di pochi anni. Si tratta di una misura in grado di calcolare le prestazioni di un bene lungo l’intero ciclo: dall’estrazione delle materie prime alla gestione del “fine-vita”, passando attraverso la produzione e l’uso. «Nei consumatori sta crescendo il desiderio di comprendere in modo semplice quanto i prodotti alimentari e non, acquistati quotidianamente, incidano sull’ambiente – chiarisce Paola Riscazzi, coordinatrice dei progetti sulla sostenibilità ambientale di SPRIM ITALIA, che mette a disposizione dell’aziende un’apposita etichetta ambientale. Si tratta di un’indicazione, apponibile direttamente in etichetta, in grado di misurare l’impatto del prodotto sull’ecosistema in termini di emissioni di gas serra, utilizzo e inquinamento dell’acqua e sfruttamento del suolo, lungo tutto il suo ciclo di vita». Ciò che già offre SPRIM ITALIA, la Commissione Europea vorrebbe tramutarlo in un obbligo per tutte le aziende: operanti nel settore alimentare e non. «L’auspicio è che l’impatto ambientale possa essere anche misurato a livello economico – chiosa Iraldo -. Oggi i prodotti che costano meno sono anche quelli che inquinano maggiormente: i prezzi, purtroppo, non tengono conto dei costi sociali delle produzioni».
L’IMPEGNO DELLE AZIENDE – Il consumatore riveste una parte rilevante nel percorso di ottimizzazione delle risorse e di riduzione degli sprechi. Fondamentale, però, è anche l’impegno concreto da parte delle aziende, sempre più consapevoli di quanto la sostenibilità possa costituire un “plus” per accaparrarsi nuovi segmenti di mercato. È per questo che nel corso di WiGreen – Forum sulla Sostenibilità è stato dedicato un ampio spazio a tre imprese fortemente attive in questo senso: SC Johnson, Syngenta e Consorzio Tutela Vini Soave. I loro rappresentanti hanno descritto i rispettivi percorsi finora compiuti. Alla fine della prima giornata di lavori, il pubblico di WiGreen ha deciso di premiare l’impegno di SC Johnson, leader nella produzione di prodotti per la pulizia domestica. A ritirare il riconoscimento Roberto Leopardi, general manager SC Johnson Italia. «Siamo molto orgogliosi che il nostro impegno a tutela della sostenibilità sia stato apprezzato dal pubblico di WiGreen che ha riconosciuto il nostro approccio come practice più sostenibile». Domani, al termine di una giornata in cui il focus sarà incentrato sullo spreco ambientale ed economico, sarà Curtiriso, prima azienda in Europa a produrre riso senza emissioni di anidride carbonica, a sostenere le tematiche correlate alla riduzione dello spreco e alla sostenibilità ambientale. A relazionare sarà Valentina Lugano, responsabile ambientale dell’azienda.