WWF ha lanciato la nuova campagna internazionale con lo slogan “SEIZE YOUR POWER- Riprenditi l’energia” , una chiamata globale all’azione che esorta i governi e le istituzioni finanziarie di tutto il mondo ad aumentare gli investimenti in energie rinnovabili per almeno 40 miliardi di dollari nei prossimi 12 mesi.
“Abbiamo poco tempo. Sappiamo che se continuiamo ad affidarci ai combustibili fossili ci troveremo ad affrontare un futuro con aria più inquinata e un clima sempre più inospitale e pericoloso. È nostra responsabilità collettiva impegnarci subito per il futuro che vogliamo. A cominciare da chi decide le politiche e gli investimenti: occorre puntare sulle energie rinnovabili e l’efficienza energetica, smettere di promuovere e finanziare carbone, petrolio e gas. Per questo abbiamo lanciato un appello che chiediamo ai cittadini di tutto il mondo di sottoscrivere: ci stiamo battendo per investire nelle soluzioni piuttosto che nei problemi. Speriamo che in tanti si uniranno a noi ” ha detto Mariagrazia Midulla responsabile Clima & Energia WWF Italia.
L’appello disponibile su wwf.it/riprenditilenergia e sui principali social, esorta le istituzioni finanziarie e i governi in tutto il mondo ad agire immediatamente, assumendo impegni più forti per destinare un maggiore finanziamento per le tecnologie e le politiche rinnovabili.
La nuova campagna mondiale del WWF mira a impegnare governi e istituzioni finanziarie internazionali per nuovi investimenti per alemono 40 miliardi di dollari nel settore delle energie rinnovabili. La campagna mostrerà i rischi ambientali, sociali ed economici della dipendenza dall’e energia sporca: come il carbone, il petrolio e il gas; verrà anche promossa la creazione di buone pratiche che spostino gli investimenti verso l’energia rinnovabile.
“Le forze trainanti dei mercati dell’energia di ieri comprendono la speculazione, l’inerzia istituzionale, la mancanza di informazioni precise, gli incentivi perversi, ma anche enormi interessi economici e politici. E’ giunto il tempo di riformulare il dibattito, mostrare i costi reali dei combustibili fossili e le vere opportunità del settore delle energie rinnovabili. ” ha dichiarato Midulla. “Se l’aumento dei livelli di CO2 continuerà anno dopo anno e continueremo a ignorare quanto indicato dalla comunità scientifica, sarà davvero difficile affrontare le conseguenze negli anni a venire. Prevenire è meglio che curare, oggi possiamo cambiare per il meglio e avere nuove opportunità: domani agire costerebbe molto di più e i risultati sarebbero molto meno sicuri. Oltretutto, avremo anche il vantaggio di limitare i rischi per la salute umana derivanti dai combustibili fossili sporchi, oltre che salvaguardare il nostro futuro collettivo”.
L’Italia, secondo i dati dell’OCSE , ha moltissime forme di sussidio indiretto ai combustibile fossili, e purtroppo l’elenco dell’OCSE appare incompleto, anche perché determinare i sussidi nascosti è molto difficile. Il WWF chiede che il parlamento commissioni un’attenta analisi in tal senso, esaminando anche gli investimenti da parte di enti e fondi pubblici e privati.
“Siamo coscienti che bisogna superare molte arretratezze, anche culturali, della classe dirigente (e non solo quella politica). Per esempio, tra gli ultimi atti del ministro Passera ci sono stati due decreti che hanno regalato dalle nostre bollette 500 milioni agli impianti CIP6 (per lo più raffinerie e impianti convenzionali) e 600 milioni alle aziende energivore. Praticamente noi consumatori finanziamo la CO2 e i fossili. E pensare che ci si scandalizza per gli incentivi alle rinnovabili, una logica misura di politica per il futuro e l’innovazione, posto che andavano modulati meglio in passato e che però oggi sono stati ridotti troppo drasticamente. Ma il vero problema sono le mille barriere che si tenta di porre alle rinnovabili e all’autoconsumo. Anche misure giuste, come la defiscalizzazione degli interventi di efficienza energetica negli edifici, vengono rese sempre provvisori e non abbastanza efficaci per la difficoltà del sistema politico e industriale di scegliere il futuro e la vera sicurezza energetica, e abbandonare un modello che ci sta costando clima, ambiente, salute e bilancia dei pagamenti”, conclude Midulla.