Il settore energetico è in espansione, ecco l’analisi di Andrea Palanca (Manager property & construction green business di Michael Page International).
Giunti ormai al giro di boa di questo 2012 dominato dall’incertezza, il mercato delle rinnovabili continua a ‘navigare a vista’. La metafora velistica è come non mai appropriata per descrivere un settore che alterna periodi di completo stallo a momenti di leggera ripresa, con inevitabili oscillazioni sul fronte dell’occupazione del settore. Seneca diceva «non esiste vento a favore per il marinaio che non sa dove andare» e i big player del mercato italiano faticano a interpretare i segnali che provengono da decreti e conti energia che lasciano sempre più spazio a interpretazioni contrastanti: non è raro, a parità di informazione diffusa, che i nostri clienti valutino in maniera totalmente discordante il futuro del settore. Alcuni di essi, soprattutto nell’ambito del fotovoltaico, sono sicuri che la riduzione degli incentivi, più che proporzionale alla diminuzione del costo della materia prima, sancirà la fine del mercato; altri addirittura auspicano la totale eliminazione dell’incentivo per spostare il focus delle realizzazioni da un’ottica finanziaria/speculativa a un’ottica industriale più simile a una soluzione di risparmio energetico.
Impianti, il focus si sposta sulla gestione. Il comparto biomasse/biogas attraversa, invece, una fase nella quale sembrano prevalere le realizzazioni che effettivamente valorizzano scarti di produzione: fino a poco tempo fa si assisteva alla progettazione e costruzione di impianti che richiedevano la messa in opera ex novo di un’intera filiera di materia prima. Oggi, invece, continuano le installazioni di questi impianti all’interno di realtà produttive al fine di valorizzare lo scarto di produzione (che in precedenza richiedeva un costo di smaltimento), principalmente di origine animale o industriale (es. fanghi). I grandi Epc contractor, fino a ieri interessati alla sola realizzazione di impianti a biomassa/biogas, oggi risultano essere particolarmente interessati alla loro gestione operativa.
Questo diverso approccio al mercato richiede molto spesso l’inserimento di figure professionali provenienti dall’ambito zootecnico/agrario e da studi di biotecnologie, discipline che molto spesso non offrono opportunità di crescita particolarmente appetibili. Tali candidati, una volta inseriti nelle società del settore, possono occuparsi dell’analisi della filiera, dell’elaborazione delle giuste miscele da valorizzare e dal settaggio degli impianti stessi: la cosiddetta gestione biologica. Accanto a questa, mantiene una forte rilevanza la gestione tecnica dell’impianto e delle sue performance: sempre più frequentemente vengono richieste figure di responsabili di impianto e di manutentori elettromeccanici. In ambito solare rimangono sempre elevate le richieste di profili di O&M manager che gestiscono i grandi patrimoni legati all’impiantistica fotovoltaica valutando in tempo reale le performance degli impianti (spesso dislocati su più siti) e intervenendo tempestivamente in caso di particolari malfunzionamenti. È ancora presto per capire quali risvolti occupazionali avrà il quinto conto energia, tuttavia, notiamo che, nonostante siano calati i piani incentivanti, i player del settore mantengono un moderato ottimismo.
Questa ritrovata consapevolezza in un mercato che può camminare con le proprie gambe alimenta quindi una prospettiva positiva, in cui l’etica e l’esigenza di produrre l’elettricità per l’autoconsumo (a fronte di un costo in bolletta sempre più alto), riesca a portare a una maggiore stabilizzazione della domanda energetica.