Come si riciclano gli “elettrodomestici neri”?

Come si riciclano gli “elettrodomestici neri”?

Dai dati Istat tratti dall’indagine “Aspetti della vita quotidiana”, svolta nel febbraio 2008 e pubblicata nel febbraio del 2009, emergono dati importanti: nel 95,4% delle abitazioni degli italiani è presente un televisore e aumenta, sempre di più, il numero di famiglie che possiedono il decoder digitale terrestre (dal 19,3% del 2007 al 23,8% del 2008) e l’antenna parabolica (dal 28,6% del 2007 al 30,7% del 2008).Inoltre, il 61,2% delle famiglie con almeno un minorenne hanno due o più televisori in casa, contro il 33% delle famiglie di soli anziani.

Insomma, quasi tutti abbiamo in casa un televisore e molte famiglie ne possegono anche più di uno. Ed è molto probabile che almeno a uno di questi televisori sia collegato un lettore DVD. Con il passaggio al digitale terrestre, molti telespettatori avranno dovuto aggiungere il decoder e molti altri lo faranno entro il 2012, quando tutta la penisola passerà definitivamente alla TV Digitale Terrestre.

I più esigenti opteranno per il cambio del vecchio televisore a tubo catodico in favore di quello a schermo piatto con decoder integrato. Nel 2010 si stima, infatti, che saranno venduti oltre 6 milioni di televisori nel nostro paese e molti di questi andranno a sostituire l’usato.

Nel frattempo tanti sono quelli che hanno cambiato il videoregistratore con il più moderno e funzionale lettore DVD, o le casse di diffusione sonora optando per l’installazione di un impianto Home Theatre.

Ma che fine fanno tutte le vecchie apparecchiature? Come viene gestita questa immensa mole di rifiuti?

Nel 2009 sono stati rottamati 2 milioni e 900 mila vecchi televisori. Non si hanno dati sugli altri tipi di elettrodomestici grigi, ma possiamo immaginare che le cifre siano altrettanto consistenti.

I televisori – come anche i vecchi videoregistratori, i decoder, le componenti degli impianti Hi-Fi e Home Theatre – contengono al loro interno sostanze pericolose che, se non smaltite correttamente, possono procurare gravi danni all’ambiente e alle persone.

Per evitare ciò, la Commissione europea con la Direttiva 2002/96/Ce ha disposto che questo tipo di prodotti, quando rotti e inservibili, sono da considerare come Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) e debbano essere oggetto di raccolta differenziata.

L’Italia ha recepito la Direttiva con il Dlgs 151/2005, imponendo ai produttori – attraverso l’istituzione di Consorzi – la raccolta differenziata dei Rifiuti da apparecchiature elettrice ed elettroniche (Raee). Per maggiori informazioni vedi voce “Il Sistema Raee” nel menu di destra.

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