Un materiale che non ti aspetti per gli pneumatici: la radice di tarassaco. Fino a qui si sono spinte lericerche di Continental nel campo dei materiali innovativi, portando alla nascita del Taraxagum, lo pneumatico green prodotto con il dente di leone, nel quale la gomma naturale proveniente dall’albero della gomma è stata sostituita con la radice della pianta di tarassaco. Questo importante step avvicina ulteriormente Continental al raggiungimento dell’obiettivo di rendere la produzione di pneumatici più efficiente, sostenibile e meno dipendente dalle materie prime tradizionali. Grazie ad ampie ricerche svolte in collaborazione con l’Istituto di Biologia Molecolare ed Ecologia Applicata (IME) Fraunhofer, è iniziata la coltivazione di una specie di tarassaco russo molto resistente e ad elevato rendimento e si sta lavorando nel laboratorio TLA (Taraxagum Lab Anklam) per renderne possibile l’industrializzazione. I prototipi degli pneumatici prodotti hanno infatti già superato le fasi di test.
L’obiettivo a lungo termine del progetto è quello di individuare una soluzione ecologica, nonché valida dal punto di vista economico e sociale, per la crescente domanda di gomma naturale. Il tarassaco è una pianta che non richiede cure eccessive e può essere coltivata nei climi nordeuropei e in terreni poco fertili. Questo consentirà di evitare lunghi viaggi della materia prima tradizionale proveniente dalle piantagioni di alberi di gomma tropicali riducendo la competizione con la coltivazione delle derrate alimentari locali. Tra gli ulteriori benefici per l’ambiente, la possibilità che la gomma di tarassaco possa soddisfare la crescente richiesta di gomma a livello mondiale senza più la necessità di sacrificare le foreste pluviali per lasciar spazio alle piantagioni di alberi della gomma. Questo consentirà una riduzione dell’impatto ambientale e un aumento della biodiversità.
Gli obiettivi di Continental, inoltre, coprono il comfort e soprattutto la sicurezza della mobilità su strada a 360 gradi: “Partiamo da una situazione attuale molto complessa, in cui la Comunità Europea non raggiungerà l’obiettivo di dimezzare il numero dei morti dal 2010 al 2020” afferma Giorgio Cattaneo di Continental. “Gli aspetti fondamentali legati all’innovazione per la mobilità sono tre: la tecnologia, già presente e in forte sviluppo, le infrastrutture, imprescindibili perché la mobilità sostenibile non sia un’utopia, e soprattutto le persone che frequentano la strada, che devono essere responsabili e consapevoli del fatto che la strada stessa è un luogo complesso. Spesso le persone non hanno un livello di percezione adeguato al rischio”.
“Le difficoltà ci sono, ma siamo intenzionati a tracciare una strada sicura e percorribile da qui alla mobilità del futuro” prosegue Cattaneo. “Se nel lungo periodo, infatti, molti veicoli si guideranno da soli e quindi il fattore-uomo sarà depotenziato (il 95% degli incidenti oggi si verificano per distrazione o per comportamenti irresponsabili) fino a quel momento attraverseremo una terra di mezzo nella quale sulle strade circoleranno veicoli evolutissimi accanto a veicoli vecchissimi (che magari frenano poco o hanno gomme sgonfie o battistrada consumati). Una convivenza complicata, ma siamo sicuri che lavorando sul fattore-uomo e continuando a lavorare sulla parte tecnologica, con l’aiuto di chi gestisce le infrastrutture, possiamo arrivare a risolvere questa situazione. Per questo Continental investe il 7% in Ricerca&Sviluppo”.
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