Lo scorso 20 maggio presso il padiglione Italia di Expo 2015 si è svolto un interessante incontro sulle tematiche legate ai boschi e alle foreste. Illustri relatori, introdotti da Orazio Ciancio, presidente della Accademia Italiana di Scienze Forestali, hanno affrontato con grande competenza i temi della salvaguardia del territorio, della green economy, delle infrastrutture verdi e dei servizi eco-sistemici, nonché dell’utilizzo del legno come garanzia di sostenibilità.
Piermaria Corona, del centro ricerca per la selvicoltura ed esperto in economia agraria ha incentrato il suo intervento sui boschi come risorse strategiche per alimentare la green economy evidenziando come in Italia l’industria del legno (dalla produzione alla commercializzazione) presenti un saldo commerciale positivo e coinvolga circa 80.000 imprese per oltre 500.000 soggetti occupati. Ha tuttavia evidenziato che più dei 2/3 del fabbisogno di legname dipende dalle importazioni estere: l’Italia è il primo importatore europeo di legname destinato all’industria e il primo al mondo di legna da ardere. Una così elevata percentuale di importazione stride rispetto al dato di prelievo dai boschi italiani che appare uno dei più bassi in Europa. Corona ha concluso evidenziando come l’Italia offra una significativa possibilità occupazionale nel settore della green economy, il che consentirebbe un incremento delle popolazioni rurali oltre che la riduzione dell’urbanizzazione del territorio.
All’intervento di Corona ha fatto eco Francesco Iovino, docente dell’università della Calabria che ha posto l’accento sulla connessione tra gestione forestale e salvaguardia del territorio. Il relatore ha illustrato come, vivendo in un periodo di instabilità climatica, la gestione delle foreste assuma un ruolo fondamentale per il contenimento dei fenomeni di erosione del territorio che causano ogni anno grandi danni economici e perdite di vite umane. Iovino ha richiamato l’attenzione sui costi delle emergenze che risultano da 3 a 5 volte maggiori rispetto a quelli della prevenzione. Ha poi fornito dati precisi riguardo l’importante funzione di protezione del territorio svolta dagli ecosistemi forestali, che rappresentano uno strumento essenziale nella prevenzione dei dissesti idro-geologici.
Particolarmente vicino alle tematiche di Expo l’intervento di Marco Borghetti, docente dell’università della Basilicata, che ha posto l’accento sulle questioni connesse con la funzionalità, la produttività e la capacità di adattamento dei sistemi forestali. Dal suo intervento è emerso come gli alberi abbiano una notevole capacità di adattamento ai mutamenti ambientali; in particolare è stato osservato che la loro crescita si sviluppa dove le condizioni sono più favorevoli facendo si che le foreste subiscano uno “spostamento” medio annuo di 250 metri; hanno anche dimostrato una vera e propria capacità di adattamento genetico modificando la propria stessa struttura per adattarsi alle condizioni ambientali. Non vi è dubbio che l’uomo sia molto utile, se non indispensabile per favorire queste incredibili qualità delle piante.
Dall’intervento di Giovanni Sanesi, dell’università di Bari, è risultato evidente il ruolo fondamentale che gli alberi svolgono nel miglioramento della nostra vita. Non soltanto sotto il profilo della salvaguardia del territorio, ma anche dal punto di vista sociale ed economico, dal momento che un adeguato impegno politico in grado di assicurare un investimento economico concreto nel settore della selvicoltura, creerebbe svariati posti di lavoro a basso costo (a differenza del lavoro in fabbrica che richiede ingenti investimenti) e in grado di soddisfare più necessità, oltre a quella meramente economica.
A chiudere la rassegna degli interventi, Susanna Nocentini dell’università di Firenze ha focalizzato il proprio contributo sulla necessità di cambiare la visione comune delle foreste come semplici insiemi di alberi per considerarle come veri e propri complessi biologici, che con l’aiuto dell’uomo sono in grado di organizzarsi e adattarsi all’evoluzione ambientale.
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