Cosa succede quando finisce la terra per coltivare? Vista la crescente urbanizzazione del mondo (oggi più della meta della popolazione globale vive in città e arriveremo all’80% di popolazione inurbata nel 2050) e la scarsità di terre fertili il futuro dell’agricoltura è verticale. Colossi come Panasonic stanno investendo in queste nuove tecnologie per creare sistemi hi-tech di coltivazione per poter coltivare anche indoor, con il minor uso possibile di suolo.
Date le potenzialità di mercato, in Trentino è nata veve – vegetali in verticale, la prima start-up dedicata alla realizzazione di orti verticali aereoponici, ovvero dove le radici delle verdure e ortaggi risultano sospese nell’aria e gli elementi nutritivi vengono erogati tramite nebulizzazione, con uso ridotto di acqua e energia. Con una missione: un orto in ogni casa per garantire cibo fresco e local.
«Credo che gli orti verticali, quelli rivolti al pubblico come il mio, svolgano una triplice funzione», spiega Matteo Sansoni, ideatore di veve. «La prima è quella di garantire la sicurezza alimentare, dato che ognuno da Milano a Shanghai con un semplice balcone, una terrazza inutilizzata o anche un angolo di una stanza può avere frutta e verdure fresche e controllate direttamente. La seconda è quella nutrizionale: l’orto veve può fornire a una famiglia di 4 persone il fabbisogno giornaliero di vitamine e nutrienti per una dieta sana. Infine riattiva il processo di restituzione del valore al cibo: stando a contatto ogni giorno con ciò che consumiamo impariamo il valore del cibo e impariamo a non sprecare».
L’orto verticale
Oggi le poche soluzioni offerte sul mercato sono di tipo idroponico (ovvero senza terra, ma con abbondante uso di acqua), costose e non sempre semplici da installare. veve, invece ha optato per realizzare un orto ready-made aeroponico. Questa scelta comporta due vantaggi: occupare poco spazio (anche solo un metro quadro per 2,30 m di altezza) e non richiede impianti idrici complessi, massimizzando la superficie di coltivazione. Tutti possono potenzialmente averne uno in casa. Basta attaccarlo alla presa elettrica e riempire il serbatoio di acqua. Per altro il sistema ha un impatto idrico limitatissimo risparmia il 90% di acqua rispetto ad un orto tradizionale. Perfetto per zone caratterizzate da siccità e scarsità idrica, dove l’agricoltura e gli orti tradizionali hanno un forte impatto sulle riserve acquifere.
«veve è da considerarsi come un nuovo elettrodomestico smart, come la macchina del pane o del gelato», spiega ancora Sansoni. «Solo che questa produce , zucchine, fragole, rosmarino, insalata, pomodori,, eccetera. Tutto Biologico ovviamente (i nutrimenti infatti sono biologici!» Sebbene può essere anche usato su larga scala (serra ed alta produttività), veve è pensato per i semplici cittadini, per i condomini, per chi vuole l’orto urbano ma ha un balcone troppo piccoli. «La rivoluzione degli orti urbani nelle grandi città è lodevole anche se ancora non è diffusa come dovrebbe, poiché in tante abitazioni non esiste lo spazio e chi ha un terreno suo spesso deve bonificarlo per poter coltivare bio», continua Sansoni. Insomma finalmente si potranno avere tutte le verdure che si vogliono a Km_Zero… Ops! Centrimentri zero!
Veve è una start up innovativa di Progetto Manifattura, l’incubatore e hub della green economy creato da Trentino Sviluppo con sede a Rovereto.
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