Negli ultimi cento anni la vita delle donne (ma in realtà del nucleo famigliare in toto) è cambiata radicalmente, anche grazie alla tecnologia. Per raccontare questo cambiamento epocale, Whirpool ha allestito una mostra all’interno del Centro Operativo di Comerio (Varese).
“I primi cent’anni di Whirlpool, sognare e osare” ricalca efficacemente – attraverso l’evoluzione del prodotto frigorifero e del suo uso (dal 1952 al 1968) – un periodo molto particolare della storia moderna italiana, quello della crescita economica. Il primo frigorifero fabbricato da Ignis è del 1951 e aveva una capienza di 45 litri, capienza che oggi fa sorridere, ma indicativa dei bisogni di conservazione degli alimenti all’epoca. Ma l’incremento nel decennio è rapido: quasi subito si raddoppia e, in pochi anni, si arriva ai 180 litri.
Almeno due i fattori che concorsero a un’evoluzione tanto rapida di un articolo su cui aveva puntato con grande convinzione Giovanni Borghi, ossia Mister Ignis: la tecnologia, perché in pochissimi anni, per creare il freddo, si passò dai modelli ad assorbimento a quelli dotati di compressore, e la domanda che, spia di un benessere in crescita, aumentava il giro d’affari. Ma c’è un altro aspetto evidente che evolve nel breve giro di qualche anno: il disegno. Se nel modello più datato – l’“Orsetto” del 1952 – la maniglia è quella di una porta, con tanto di bottone, nei frigo successivi l’elemento si raffina diventando, nel 90 litri del 1954, una leva che termina con una conchiglia e addirittura, nel 1956, un pezzo di autentico design. È il caso del frigorifero Homelight (azienda fra i primi terzisti di Ignis) da 120 litri, la cui maniglia è stata disegnata dall’architetto Marco Zanuso, creatore, fra i tanti oggetti, di televisori, giradischi, radio e registratori per Brionvega, di sedute per Arflex e della caffettiera Carmencita per Lavazza. Nei modelli successivi, invece, la maniglia, orizzontale o verticale che fosse, si presentava come leva per l’apertura, mantenendo – sino al 1957 – una particolarità interessante: tutti i primi modelli erano provvisti di serratura a testimoniare quanto il frigorifero fosse considerato un articolo di lusso, da chiudere e proteggerne il contenuto.
Con la fine degli anni Cinquanta e la crescente capacità dei frigoriferi si organizzano e si specializzano gli spazi interni: già nel 120 litri del 1957, le scritte suggerivano dove conservare un particolare alimento. E a volte le scritte erano in inglese, perché erano gli Stati Uniti il faro dell’industria degli elettrodomestici.
Nel giugno del 1965 la visita di Giovanni Borghi con i più stretti dipendenti negli Usa ispirò almeno un’altra grande innovazione nei frigoriferi: l’applicazione del poliuretano espanso e dei profilati in alluminio per la struttura. Il problema dei primi modelli di frigoriferi, infatti, era il mantenimento della temperatura: per tenerla bassa serviva un isolamento particolarmente voluminoso, che andava a scapito del volume utile per la conservazione degli alimenti; con il poliuretano, invece, si ottiene un risultato migliore e in uno spazio ridotto. Con queste innovazioni furono realizzati i frigo della serie Sirio (seconda metà anni Sessanta), che, per la prima volta, presentavano la doppia porta: in alto il congelatore, sotto il frigorifero.
La serie presentava anche un’altra particolarità, i disegni (dei soggetti più disparati) applicati sullo sportello superiore. Ancora più dirompente la novità portata dal modello Side by side (1968) – che chiude la rassegna di modelli storici in mostra – che accostava sezione frigo e congelatore, ma non ebbe grande fortuna in Italia perché ingombrante e troppo costoso rispetto agli altri prodotti.
“I primi cent’anni di Whirlpool, sognare e osare” – inaugurata lo scorso 11 maggio e visitabile fino a maggio 2012 – è un percorso incentrato sulla nascita, la crescita e lo sviluppo della Ignis, quindi sulla sua trasformazione attraverso l’acquisizione prima da parte della Philips poi della Whirlpool e fino ai nostri giorni. Il visitatore può ripercorrere la vicenda aziendale e le vite di alcuni dei suoi protagonisti attraverso documenti, prodotti d’epoca (oltre ai frigoriferi, lavatrici e cucine), foto e filmati.