Transitions: il cambiamento è necessario e possibile

Transitions: il cambiamento è necessario e possibile

L’8
giugno si è tenuta a Vicenza la quinta edizione di TEDx Italia, il format
americano (no-profit) curato solo da volontari che ha l’obiettivo di far
incontrare le menti e le idee più geniali e innovative del pensiero globale. Il
tema di quest’anno era Transitions, ovvero la fase di cambiamento
a cui stiamo assistendo e alla quale non possiamo tirarci indietro.

Quest’anno
il TEDxVicenza ha ospitato Gabby Tan, una studentessa malese di
18 anni che ha deciso di dedicare la sua vita alla protezione del pianeta e
degli oceani. Appassionata di geografia fin da bambina e membro dello Youth
Council
del World Ocean Day (W.O.D.), Gabby ha lanciato una call-to-action
in occasione della Giornata Internazionale degli Oceani contro il single-use
della plastica per sensibilizzare le nuove generazioni su questa tematica.

Non possiamo
più lasciare solo nelle mani degli adulti il potere di decidere il futuro, ma
in generale è importante sensibilizzare tutte le fasce d’età: quali sono
secondo te le principali azioni, anche piccole, che ogni persona può mettere in
pratica concretamente nella propria quotidianità?

Sono
assolutamente d’accordo. I giovani subiranno le conseguenze delle decisioni che
i politici stanno prendendo ora e hanno bisogno di essere ascoltati. Ci
meritiamo un futuro giusto, sicuro e vivibile.

Siamo
ormai arrivati a un punto in cui cambiare le nostre abitudini è necessario e
inevitabile se vogliamo cercare di salvare il nostro pianeta e le nostre vite;
dobbiamo man mano abituarci all’idea del cambiamento e cercare di uscire dalla
nostra comfort zone.

Le cose
che possiamo fare sono moltissime. Per cominciare, possiamo iniziare a guidare
meno e usare di più i trasporti pubblici, mangiare meno carne, fare la spesa e
riciclare in modo responsabile, evitando l’utilizzo di plastiche monouso e lo
spreco di cibo. Se tutti noi iniziassimo da questi piccoli cambiamenti, insieme
potremmo già apportare un grande cambiamento. Dobbiamo quindi assicurarci che i
cambiamenti avvengano a tutti i livelli della nostra società, così che questa
possa definirsi sostenibile. Prendere parte a una manifestazione, votare
consapevolmente, suggerire alle imprese dove possono migliorare, assicurarsi
che i governi ascoltino le nostre richieste.   

Cosa ti
ha fatto scattare questa vocazione in difesa degli oceani e dell’ambiente?
Pensi di poter essere un’ispirazione per gli altri giovani?

Sono
cresciuta vicino a spiagge meravigliose. I miei primi ricordi sono quelli di
giocare sulla sabbia e raccogliere conchiglie con i miei nonni a Sabah, in
Malesia. Lì è nato il mio amore per gli oceani.

Qualche
anno dopo, durante una gita scolastica alla Barriera Corallina, rimasi colpita
dalla bellezza, vulnerabilità e biodiversità di questi habitat, ma allo stesso
tempo terrorizzata dagli effetti e dalle conseguenze dell’inquinamento della
plastica negli oceani. Questa è stata la prima volta che ho sentito la necessità
di proteggere il nostro pianeta.

Da quel
momento ho sempre agito per aumentare la consapevolezza e difendere gli oceani
in tutti i modi possibili: parlando durante gli eventi, scrivendo, portando
avanti campagne. L’educazione alle tematiche ambientali e la consapevolezza
sono la chiave per risolvere i problemi, così ogni volta che faccio qualcosa e
cerco di informare le persone, spero di passar loro anche l’amore per la nostra
Terra.

Quali
sono i tuoi obiettivi per il futuro e dove ti vedi fra 10 anni? Pensi che le
condizioni del nostro pianeta saranno migliorate o peggiorate?

Tra
qualche anno spero di poter iniziare il corso di Scienze Naturali e Public
Policy in università. Fra dieci anni, spero di poter avere la possibilità di
sedermi al tavolo della lotta al cambiamento climatico e lottare per la mia
comunità, per il nostro pianeta; mi piacerebbe anche poter insegnare nelle
scuole.

Al
ritmo che stiamo andando, nel 2030 la vita sulla terra sarà peggiorata: si
stima che ci sarà una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesci
nell’oceano, che il 70% delle barriere coralline sarà danneggiato o minacciato,
che si alzerà ancora l’inquinamento dell’aria e dell’acqua.

Tuttavia,
credo fermamente nella nostra capacità di lavorare insieme per cambiare le
cose, modificando la nostra quotidianità, intensificando i nostri sforzi per
raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e mantenere la
temperatura media globale al di sotto di 1,5° C, come raccomandato dall’ultimo
rapporto dell’IPCC.

Puoi
raccontarci un episodio in cui hai sentito che le tue azioni avevano davvero il
potere di cambiare le cose?

Penso che
la perseveranza sia la chiave per innescare il cambiamento. È bello e
importante vederlo finalmente accadere. Una volta che le persone comprendono
appieno la gravità delle condizioni in cui versa il nostro pianeta e le
conseguenze delle loro azioni, non possono far finta di niente.

A partire
dai miei amici e dalla mia famiglia che hanno deciso di ridurre il consumo di
carne ed evitare la plastica monouso, alle aziende locali che gradualmente
diventano più attente all’ambiente, ai bambini delle scuole elementari che una
volta ascoltato il mio messaggio promettono di agire immediatamente: sono
questi i momenti in cui sento che le mie azioni stanno cambiando le cose, non
importa quanto piccolo sia il cambiamento.

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