Dove finisce la nostra spazzatura? Probabilmente in pochi se lo domandano eppure la risposta è molto più seria di quanto si pensi.
Grazie allo studio condotto dal Professor Sami Sarief della facoltà di ingegneria dell’Università di Khartoum in Sudan è emerso che quasi il 98% dei rifiuti presenti in Africa sono prodotti al di fuori del continente, ovvero in tutte quelle Nazioni che ne consentono l’uscita dal Paese.
Il più forte campanello d’allarme viene dagli scarti dei materiali elettronici ed elettrici. Secondo la ricerca delle Nazioni Unite “Dove sono finiti i RAEE in Africa” dall’Europa sono usciti più di 200.000 mila rifiuti come tv e cellulari usati e sono stati scaricati in diversi Paesi africani tra cui Ghana, Costa D’Avorio e Nigeria.
I RAEE lasciati in Africa sono risultati quasi tutti inutilizzabili, provocando ulteriori danni ambientali al già poco fortunato Paese.
Per quanto riguarda l’Italia nello specifico ad impegnarsi nella ricerca della verità in questo complicato tema è stato ReMedia.
Attraverso lo studio “Il Sistema nazionale dei RAEE – Studio dei flussi e proposte per il raggiungimento dei target europei” si è evidenziato come solo circa 4Kg per abitante di rifiuti siano raccolti ufficialmente sui più di 14 generati.
Come nella maggior parte delle questioni legate all’Africa ma non solo, esiste un “Canale Informale” non inerente al Sistema Ufficiale, che dovrebbe gestire 5 Kg per abitante.
Alla dubbia fine di questi 5kg se ne aggiungono altrettanti dei quali non si sa nulla. Forse perché gettati nell’indifferenziata o forse trasportati altrove illegalmente. Il punto cruciale della questione resta l’enorme danno che questa gestione poco coerente crea in primo luogo all’Africa (che nemmeno li produce) e ai suoi abitanti e alla sua natura, successivamente poi bisogna considerare che il problema coinvolge tutti noi, perché spostare lo sporco non vuol dire pulire.