Nel 2012 sono state vendute sul mercato italiano circa 800.000 tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche (frigo, pc, lavatrici, Tv, piccoli elettrodomestici, lampadine ecc). Ma quanti di questi prodotti, una volta dismessi, vengono raccolti e riciclati correttamente per tornare ad alimentare il mercato delle materie prime? Si tratta, infatti, di una vera e propria “miniera” da cui si può estrarre oro, metalli preziosi e le ricercatissime “terre rare”. Questi temi, insieme alla nuova direttiva europea, verranno discussi nel corso del convegno “La sfida delle materie prime: può l’industria del riciclo ridurre i rischi dell’approvvigionamento?”, organizzato da Remedia in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nell’ambito da Hi-Tech & Ambiente 2013.
“Entro il 2020 l’Europa punta ad essere l’area economica più avanzata nello sviluppo di una moderna società del riciclo – ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia – e per ottenere questo obiettivo stanzierà oltre 3 miliardi di Euro nell’ambito del programma quadro per l’innovazione, denominato Horizon 2020. La possibilità di utilizzare in modo più efficiente e sostenibile le risorse naturali dipende anche dalla capacità che avremo di migliorare gli attuali sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti, creando valore aggiunto per il nostro sistema economico.
Proprio la nuova direttiva, che verrà discussa dai maggiori esperti europei nell’ambito del convegno Hi-Tech & Ambiente, prevede un aumento della raccolta dei Rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). Oggi se ne intercettano 4 chilogrammi per abitante, ma secondo la nuova roadmap europea, nel 2019 si dovrà arrivare a oltre 16 chilogrammi.
“L’Italia – ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile- sta dando prova di vitalità nel settore del recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici, passando dalle 160.000 tonnellate raccolte e trattate nel 2008 alle 250.000 tonnellate del 2012. Ma possiamo e dobbiamo crescere ancora. E’ importante ora recepire la nuova Direttiva Europea e dare ulteriore impulso di crescita all’industria del riciclo, che offre buone potenzialità di creare nuovi posti di lavoro, attrarre investimenti e ridurre i rischi di approvvigionamento”