“La carenza di iniziative sulle buone pratiche relative ai rifiuti che ha caratterizzato la giunta Alemanno ha portato Roma all’attuale emergenza.
La creazione di un laboratorio permanente sulle buone pratiche in campo energetico e nel riuso è un cambio di passo rilevante. E’ l’avvio di una vera rivoluzione culturale. In sintonia con questo laboratori ho deciso di ripresentare la proposta di iniziativa consigliare ‘sul vuoto a rendere.
In Italia vengono prodotti 6 miliardi di bottiglie di plastica all’anno (dati 2011), per un totale di 456mila tonnellate di petrolio e 1,2 milioni di CO2. Il 70% di queste bottiglie non viene recuperato ma va a finire in discarica, viene incenerito o disperso nell’ambiente. Favorire il riutilizzo dei contenitori è il modo più semplice per incidere rapidamente e positivamente su questo dato.
La richiesta che facciamo è semplicemente razionale: meno contenitori, meno rifiuti, meno inquinamento. Sono dell’avviso che a partire dagli ipermercati romani parte degli imballaggi possono essere recuperati. L’impatto dei contenitori a perdere nella produzione di rifiuti procapite è palese. I nostri nonni invece restituivano i contenitori degli alimenti per il loro riutilizzo, il cosiddetto “vuoto a rendere”. Nei paesi del nord Europa da anni si attua, attraverso delle apparecchiature specifiche, un meccanismo virtuoso che vede il cliente restituire i vuoti in vetro o plastica ricevendo in cambio un buono spesa.
Nella proposta avanzo l’idea di realizzare accordi specifici con la grande distribuzione per il trattamento dei contenitori di plastica, vetro e alluminio, materiali che costituiscono circa il 25% della produzione totale della spazzatura della nostra città. Uno scarto che può invece divenire risorsa. Ogni romano produce annualmente circa 180 kg di contenitori trattati come rifiuto e li scarta senza saper che costituiscono un valore economico. Al contrario invece questa produzione può costituire un valore economico aggiunto per i cittadini e le imprese. I primi recuperano i costi del contenitore e acquistano successivamente alla restituzione del vuoto il solo contenuto, le seconde fidelizzano clientela e possono offrire prezzi più vantaggiosi.
E’ questo un modo per valorizzare una materia prima per il riuso risolvendo un problema per l’ambiente. Obiettivo primario è la riduzione dei rifiuti coinvolgendo le grandi catene della distribuzione non solo si aiuterebbe l’amministrazione nello smaltimento dell’immondizia, ma si favorirebbe nel contempo l’importante fase del riciclo, del recupero, della trasformazione dei materiali.
Molteplici le conseguenze di un percorso come questo: primo fra tutti la valorizzazione della responsabilità sociale delle imprese, nei confronti delle quali l’amministrazione sarà costretta a quantificare il valore del servizio, che comunque sarà sempre minore rispetto alla spesa odierna; la riduzione dei cassonetti stradali e dei mezzi ama (e di conseguenza anche di smog e di traffico) adibiti alla raccolta dei rifiuti e, infine, la garanzia del riutilizzo degli imballaggi. Affiancheremo a tutto questo una campagna di sensibilizzazione indirizzata agli studenti per favorire l’educazione delle nuove generazioni al vuoto a rendere e al riutilizzo dei prodotti e promuoveremo iniziative sull’utilizzo di meno imballaggi possibile”.
E’ quanto dichiarato dal Presidente della commissione Lavori Pubblici di Roma Capitale Dario Nanni.