Uscire dalla crisi grazie alla green economy è possibile, anzi è un dovere. Salvare l’economia ambientale e monetaria sembra essere cosa possibile, ed è ancora una volta Enea assieme alla Fondazione per lo sviluppo sostenibile ad affermarlo.
Grazie al rapporto “Green Economy per uscire dalla crisi”, del quale già si era parlato in occasione di Ecomondo, Fiera internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile svoltasi a Novembre a Rimini, è emerso che i settori strategici sui quali concentrarsi in Italia riguardano il green in tutte le sue molteplici sfaccettature: dalle rinnovabili all’efficienza, dal riciclo alla filiera corta, dalla mobilità sostenibile all’eco-innovazione e così via.
Per quanto riguarda le innovazioni “green” il nostro Paese si piazza solo al sedicesimo posto, mentre nel campo delle certificazioni, produttività e riduzione di emissioni il dato è migliore e risulta sopra alla media europea.
Ottima anche l’occupazione legata al mondo della sostenibilità, che in Italia ricopre il 2,12% della forza lavoro rispetto all’1,53% medio dell’Unione Europea in generale.
Il nostro Paese è anche impegnato nella formazione green, a tal proposito ha infatti organizzato quasi 200 corsi universitari incentrati su questa nuova economia amica dell’ambiente, che sta trovando largo spazio nelle scuole, edifici pubblici e molto altro.
Nel report si può inoltre notare che, concentrandosi su questi settori ed anche sulla social housing, si può raggiungere entro il 2020 pari ad una riduzione del 33% dei consumi.
Una clausola però imprescindibile per raggiungere questi possibili risultati risiede nella necessità di rivedere il sistema delle incentivazioni e detrazioni, attuando inoltre progetti che coinvolgano ed uniscano le nuove tecnologie.
Per esempio pianificazioni urbane variegate che spazino dalla mobilità sostenibile alla raccolta differenziata porterebbero un risparmio notevole su diversi fronti.
Su questo tipo di sviluppo non è mancato l’intervento del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha definito questo prezioso lavoro come la possibile base per le politiche economiche nazionali, ed un punto di riferimento, per il prossimo governo.
Anche Giovanni Lelli, commissario dell’Enea, ha sottolineato la grande capacita’ della ricerca pubblica unitamente alla necessita’ di una nuova economia verde.
Per concludere gli interventi non è mancato quello di Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, che ha analizzato le capacità della green economy garantite per affrontare la recessione, aprendo inoltre nuove prospettive di sviluppo legate alla qualità dell’ambiente.
Formazione e cultura, questi sono i due settori dove il governo dovrebbe intervenire a riguardo della green economy. Solo così potrà formare i consumatori critici del futuro!