InSinkErator ha voluto porre l’attenzione su un tema molto importante, quello dello smaltimento rifiuti, in questo caso quelli alimentari (vegetali e animali) che, una volta arrivati in discarica, sono tra le maggiori cause di produzione di gas metano, pericoloso agente dell’effetto serra.
Per questa ragione, la normativa europea richiede già a partire da metà degli anni ‘90 la riduzione nella produzione di metano nelle discariche.
La città di Surahammar, in Svezia, ad esempio ha dotato i cittadini di dissipatori alimentari InSinkErator ottenendo risultati notevoli in termini di riduzione di rifiuto inviato in discarica. Nel corso di dieci anni 3500 di 7000 abitazioni sono state fornite di questo prodotto, con il risultato di ridurre il rifiuto in discarica dalle 3600 tonnellate/anno nel 1996 alle 1400 del 2007 (=una penetrazione del 50% dei dissipatori ha provocato un risparmio di ben oltre il 60%.)
Con la biomassa prodotta dal cibo spezzettato, è possibile inoltre produrre (oltre al fertilizzante) nuova energia utilizzando quel metano che altrimenti andrebbe disperso nell’aria. Ne sa qualcosa Culhane che, a Nairobi, utilizza un dissipatore InSinkErator per assemblare più famiglie in una sola unità e fornire loro energia elettrica. Con i 400 dollari spesi per l’acquisto di un dissipatore, più famiglie possono godere dell’elettricità necessaria.
In Italia, stiamo scoprendo adesso le potenzialità di questo strumento, che è però la più rapida risposta al decreto Ronchi, che chiede lo smaltimento del rifiuto nel luogo più vicino al luogo della sua produzione.