L’eliminazione del silenzio rifiuto crea confusioni? Per FAI e WWF sì

L’eliminazione del silenzio rifiuto crea confusioni? Per FAI e WWF sì

All’interno del disegno di legge Semplificazioni il Governo ha previsto l’eliminazione del silenzio rifiuto per le autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e culturali.

Sebbene l’intento del Governo sia quello di porre ordine alla martoriata materia delle autorizzazioni sul patrimonio culturale e ambientale, FAI e WWF fanno notare che l’eliminazione dell’attuale “silenzio rifiuto”, incautamente introdotto nella riforma del 2011, rischia di creare più dubbi che certezze laddove non sostituito dall’attribuzione al “silenzio” di un esplicito e ufficiale valore di diniego.

FAI e WWF ritengono che la tutela dei beni ambientali, paesaggistici e culturali si realizzi solo dotando le preposte amministrazioni di organici e risorse economiche adeguate.

Se il Governo non è di questo avviso e ritiene che il patrimonio ambientale e culturale si tuteli solo ricorrendo all’ennesimo bizantinismo giuridico in materia di silenzio, tanto vale riconoscere ufficialmente all’impossibilità a pronunciarsi nei termini il valore di “silenzio diniego”.

Il secondo intervento normativo contenuto nel disegno di legge semplificazioni concerne l’iter per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica. La nuova norma (art. 13) presente nel disegno di legge semplificazioni, riduce i termini per il rilascio del parere dagli attuali 90 giorni a 45.

FAI e WWF sottolineano però che, siccome questa disposizione potrà trovare applicazione solo dopo che le Regioni avranno adeguato le loro pianificazioni paesaggistiche d’intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e poiché a oggi questa pianificazione congiunta non è stata attuata, è indispensabile ribadire che il termine per esprimere il parere da parte delle Sovrintendenze in materia paesaggistica deve rimanere di 90 giorni.

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