L’Europa vota per fermare il traffico di natura

L’Europa vota per fermare il traffico di natura

Il WWF e TRAFFIC sostengono fortemente la decisione presa oggi dal Parlamento Europeo, e chiedono alla Commissione di rafforzare e attuare pienamente la normativa vigente a livello comunitario e nazionale, migliorare i controlli alle frontiere, aumentare le sanzioni e le condanne per i trafficanti e rafforzare la cooperazione tra paesi europei e lo scambio di informazioni tra le agenzie competenti, come la polizia e la dogana per assicurare che nessun prodotto illecito di fauna selvatica entri e venga commercializzato nel mercato dell’UE.

L’UE dovrebbe inoltre partecipare con i leader mondiali in uno sforzo comune a livello globale per aiutare i maggiori paesi esportatori a proteggere la loro fauna selvatica in via di estinzione, promuovendo campagne nei paesi consumatori come Cina, Thailandia e Vietnam per fermare la domanda di prodotti di animali selvatici illegali come corni di rinoceronte, ossa di tigre e avorio. Nei giorni scorsi il governo cinese ha distrutto un grande quantitativo di avorio illegale.

La Commissione europea dovrebbe rilasciare a breve una nuova comunicazione sul commercio illegale (che comprende anche il legname e la pesca) e presentarla in una conferenza UE ad aprile a Bruxelles.
“Il Parlamento ha stabilito una posizione molto forte per fermare prodotti illegali della fauna selvatica che entrano in Europa e ora gli Stati membri non possono ignorare il fatto che ogni anno tonnellate di piante e animali selvatici attraversano illegalmente le loro frontiere – ha dichiarato Tony Long , direttore del WWF European Policy Office – Ogni volta che un rinoceronte viene ucciso in Africa, il corno potrebbe passare per l’Europa e raggiungere il Vietnam in 48 ore. I Paesi europei, africani e asiatici devono agire insieme per fermare tale attività illegale”. Ha aggiunto Long: “Ci aspettiamo che anche la Commissione europea segua la risoluzione del Parlamento nella prossima comunicazione sul commercio illegale e lavorino insieme con gli Stati membri e gli altri partner internazionali per affrontare efficacemente questi reati”.

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