Lo spreco di cibo è uno dei principali problemi moderni, alcune realtà, tra le quali Pasto Buono, sono nate recentemente proprio per combattere gli sprechi alimentari e trasformarli in risorse per sostenere persone bisognose e famiglie in difficoltà. Pasto Buono è dimostrazione che la coscienza sociale sta aumentando anche in Italia.
Secondo la fondazione d’impresa QUI Foundation, attiva nel settore socio-umanitario e negli aiuti alimentari ai bisognosi, le cifre più difficili da elaborare riguardano gli sprechi delle piccole attività commerciali alimentari (ristoranti, bar, gastronomie, self-service, ecc.), che comunque si attestano su una media di 100 kg annuali per singola attività. “Un’iniziativa come Pasto Buono è semplice e attivabile subito, in tutta Italia- afferma Gregorio Fogliani, Presidente di QUI Foundation-”
Nel 2013 Pasto Buono ha recuperato e donato quasi 100 mila pasti. È stato calcolato che, se tutti i pubblici esercizi (350 mila in Italia) donassero a fine giornata il cibo invenduto, con una media di 22 pasti invenduti al giorno (fra self-service, gastronomie e bar), si potrebbero donare oltre 7 milioni di pasti al dì. Ogni giorno i volontari delle Onlus con cui collabora Pasto Buono a Genova e Roma ritirano il cibo sano e invenduto per distribuirlo alle mense dei bisognosi facendo sì che gli sprechi siano trasformati in risorse a favore di molti.
Le potenzialità del progetto sono notevoli e a portata di mano se si considera che la Fondazione può coinvolgere una rete molto ampia di oltre 120 mila esercizi di ristorazione, con la quale è in contatto il gruppo legato alla fondazione, QUI!Group. Nel 2013 si conta che Pasto Buono abbia raddoppiato le quantità di pasti donati in un solo anno passando da 50 mila a 100 mila. Il progetto già pratica quotidiana a Genova e Roma approderà a breve anche a Palermo e Bari, oltre Milano e Cagliari.
Il 5 febbraio 2014 sarà la prima Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare: l’appuntamento è stato voluto dal Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando che ha avviato il Programma nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (Pinpas), inserito nel Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti. Il gruppo di lavoro scelto per occuparsi dell’iniziativa conta personalità importanti provenienti dal mondo universitario, scientifico e culturale. In questa occasione saranno convocati gli Stati Generali per affrontare il problema degli sprechi alimentari con la speranza che un intervento dall’alto migliori la situazione attuale.
Una situazione che è sempre di più paradossale: nel nostro Paese un Italiano su 6 vive con meno di 640 Euro al mese, eppure lo spreco di cibo aumenta sempre di più. Ogni famiglia italiana getta tra i rifiuti in media circa 200 grammi di cibo alla settimana, ogni italiano spreca nell’arco di 12 mesi 76 chilogrammi di cibo. 1,2 miliardi di tonnellate di derrate alimentari rimangono sui campi ogni anno, mentre potrebbero essere recuperate. L’industria agro-alimentare spreca oltre 2 milioni di tonnellate di cibo all’anno. Gli sprechi della grande distribuzione equivalgono a più di 300 mila tonnellate, 6 milioni di tonnellate di cibo all’anno.
In Europa, circa 90 milioni di tonnellate di cibo viene sprecato ogni anno,180 kg di cibo pro capite all’anno solo, esclusi i rifiuti agricoli alimentari e gli scarti di pesce. Nel mondo, circa 1,3 miliardi di tonnellate l’anno- un terzo degli alimenti destinati al consumo umano – viene sprecato a livello mondiale.
Con un po’ d’impegno, si potrebbero recuperare 1,2 milioni di tonnellate di cibo all’anno, tra le derrate che rimangono sui campi, e oltre 2 milioni di cibo dall’industria agro-alimentare. Senza contare le ulteriori 300 mila tonnellate legate alla grande distribuzione. Se ciò non avvenisse, l’Italia e gli italiani risparmierebbero circa 8,7 miliardi di euro, secondo quanto indicato dal Rapporto 2013 sullo Spreco Domestico dell’Osservatorio Waste Watcher.