A piedi, in bici o a cavallo il boom della via Francigena

A piedi, in bici o a cavallo il boom della via Francigena

La strada è segnata, il progetto ambizioso, ma già percorribile. Parliamo della Via Francigena, itinerario di circa 1.800 chilometri da Canterbury a Roma (se si calcola il tratto italiano completo, inserendo la cosiddetta Francigena del Sud, e cioè fino a Brindisi, bisogna sommare altri 700 chilometri), tra i progetti più ambiziosi legati al viaggio, promosso dal Consiglio d’Europa e da numerosi enti pubblici tra Comuni, Province e Regioni di quattro Paesi europei. Un patrimonio di paesaggio, storia e architettura che interessa Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia e che vede il Bel Paese, e in particolare la Regione Toscana, tra gli attori che maggiormente stanno investendo e credendo nelle potenzialità di questo percorso di terra. “Un percorso che – come spiega Massimo Tedeschi, presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene – sta attirando moltissimi viaggiatori e pellegrini, registrando percentuali molto interessanti, parliamo degli stessi numeri che faceva il Cammino di Santiago una quindicina di anni fa”.

È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che è stato possibile ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per definire la versione più “filologica” del percorso.

La Via Francigena rappresenta da sempre un’opportunità straordinaria per scoprire – da una prospettiva unica e indimenticabile – paesaggi, tradizioni e suggestioni della Toscana: un viaggio nel viaggio, che attraversa la regione dal Passo della Cisa a Radicofani.

Un patrimonio di cultura e arte, che la Toscana – prima Regione d’Italia – mette a sistema.

Un itinerario di 380 chilometri attrezzati, segnalati e in sicurezza da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo: 15 tappe di un percorso che rappresenta il 20% del tratto europeo e il 40% di quello italiano, 200 interventi per la messa in sicurezza, 16 strutture di ospitalità finanziate, altre 44 di ospitalità ecclesiastica e 1200 strutture ricettive presenti nel raggio di un chilometro lungo percorso, 200 eventi di animazione nel 2014. Eventi, informazione e campagne di comunicazione previste dalla Regione sono destinati ad aumentare il già consistente numero di frequentatori: solo nel 2013 si sono contati circa 100 mila pellegrini (dato totale per Via Francigena). Dal 2011 ad oggi il trend è in ascesa costante, con una media di oltre il 20% di pellegrini in più ogni anno. Quello della via Francigena è un progetto che vuole tornare a unire l’anima europea nello spirito di un pellegrinaggio affrontato dall’arcivescovo Sigerico da Canterbury fino alla sede del seggio papale di Roma. La Via Francigena lega infatti quattordici regioni, dall’Inghilterra alla Francia, dalla Svizzera all’Italia, attraverso un percorso di circa 1800 chilometri. Nato 24 anni fa, il progetto ha trovato il momento del suo rilancio cinque anni fa, come sottolinea l’Associazione Europea Vie Francigene, quando la Regione Toscana, divenendone capofila, ne ha assunto il coordinamento e l’ha proposto come obiettivo di legislatura e come risposta alle nuove domande poste dal turismo

La Via Francigena è un viaggio nel tempo prima che nello spazio, attraverso il territorio toscano. È un interessante allineamento di realtà geografiche, produttive, sociali molto diverse. Il paesaggio muta senza soluzione di continuità dall’asprezza della Lunigiana al mare della Versilia, dalla piana lucchese alla dolcezza delle crete senesi. Un percorso straordinariamente bello, inaspettatamente nuovo e originale anche per chi già conosce i luoghi attraversati. Cambia il punto di vista, cambia il ritmo. Molti di noi conoscono Siena, o San Gimignano, o almeno pensano di conoscerli: in realtà solo attraversandoli sulla direttrice della Francigena ci renderemo conto di quanto la Strada abbia influenzato il tessuto urbano dei villaggi che spesso si sviluppano in lunghezza, e allineano le principali chiese e i palazzi più belli sulla Via. Forse conosciamo molti tra i capolavori del Romanico che popolano la Francigena, ma nel nostro viaggio li incontreremo uno dopo l’altro, e potremo comprendere l’importanza di questo cammino della Fede, e l’influenza che ebbe sullo sviluppo religioso e artistico di un’epoca.

Il percorso toscano

La discesa in Lunigiana è molto piacevole, su antico sentiero recentemente restaurato, fino a Pontremoli che ci accoglie con il suo fascino discreto e vagamente misterioso.

Costeggiamo Villafranca dove non possiamo evitare una visita al vicino borgo di Filetto, e attraversiamo Aulla, una delle più antiche mansioni della Francigena, prima di imboccare il ripido sentiero che ci porta verso Sarzana, ed emozionarci alla vista del mare.

Lasciamo Sarzana verso Luni, antica città romana i cui resti sono tuttora visitabili e antico porto d’imbarco verso Santiago. Rientriamo quindi in Toscana, attraversando la città di Massa e scendendo verso il “distretto degli artisti”, tra Pietrasanta e Camaiore.

Da qui entriamo nella piana di Lucca, autentica perla medioevale, che abbandoniamo alla volta di Altopascio, antica sede dell’ospitale per eccellenza, quello gestito dai Cavalieri del Tau.

A San Miniato iniziamo il percorso collinare che ci porterà fino a Roma, in un continuo saliscendi che caratterizzerà ogni tappa. Visitiamo le piccole pievi di Coiano e Santa Maria a Chianni, mansioni citate da Sigerico, prima di giungere a San Gimignano da un punto di vista inedito. Abbadia a Isola, e la caratteristica cinta muraria di Monteriggioni, preannunciano l’imminente arrivo a Siena che attraverseremo da Porta Camollia a Porta Romana. Dopo avere toccato l’affascinante Grancia di Cuna e il caratteristico centro storico di Buonconvento, attraversiamo i paesaggi da cartolina della Val d’Orcia, tra San Quirico e Castiglione. A questo punto abbiamo due alternative: proseguire lungo la Valle del Formone verso il Comune di Abbadia San Salvatore, transitando in prossimità di Voltole, mansione di Sigerico, o affrontare la faticosa salita verso Radicofani, e poi scendere verso la Val di Paglia ammirando alcuni tra i panorami più belli dell’intero percorso.

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