Pile ed accumulatori – che contengono spesso sostanze pericolose come piombo, cadmio, zinco e mercurio – devono necessariamente essere trattate come rifiuti speciali per minimizzare l’impatto sull’ambiente, ma anche sulla salute dell’uomo.
Sono considerati tra i più pericolosi rifiuti elettronici, tanto che un solo grammo di mercurio contenuto in una pila può inquinare fino circa 1000 litri d’acqua. In Italia, ogni anno, vengono immesse sul mercato circa 800.000 tonnellate di batterie per automobili, 190.000 tonnellate di batterie industriali e 160.000 tonnellate di pile portatili non al piombo. Dati molto grossi e, proprio per questo motivo, già nel 2008 si era fissato un limite al 26 settembre 2012 per arrivare a un tasso di raccolta del 25% delle batterie esauste. La percentuale dovrà salire al 45% nei prossimi quattro anni.