Trattamento di rifiuti elettronici nel carcere di Bollate

Nel carcere di Bollate, in provincia di Milano, sarà realizzato un interessante progetto che prevede la realizzazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti elettronici. L’iniziativa è stata presentata dall’assessore regionale all’Ambiente, Marcello Raimondi e prevede un finanziamento di 2 milioni di euro da parte della Regione Lombardia, che servirà alla realizzazione di un capannone dove i detenuti avranno la possibilità di lavorare. I detenuti impegnati nelle attività di recupero dei rifiuti dovrebbero essere circa 120 e l’Amsa (la municipalizzata per la raccolta dei rifiuti) parteciperà al progetto con 800 mila euro e si occuperà della gestione delle parti “importanti” recuperate e dell’attività di formazione.

Quello di Bollate è il primo esperimento del genere condotto in Italia e probabilmente anche in Europa. Oltre ad essere utile dal punto di vista ambientale, permetterà ai detenuti di acquisire competenze non indifferenti, che potranno poi essere sfruttate una volta scontata la pena per inserirsi nel mondo del lavoro.

I rifiuti elettronici trattati dai detenuti provengono dalla dismissione di attrezzature come personal computer, cellulari ed elettrodomestici che, se non opportunamente trattati, possono risultare molto pericolosi per l’ambiente a causa delle sostanze che contengono. Da questi rifiuti è inoltre possibile ricavare anche materiali preziosi (argento, oro, rame, nichel e platino).

L’esperienza maturata presso il carcere di Bollate permetterà anche di valutare l’opportunità di estendere l’attività di agevolazione della raccolta e recupero a ulteriori tipi di rifiuti, nonché la possibilità di replicarla in altri istituiti penitenziari della regione.

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