All’inizio del 2012, il Politecnico di Milano ha inaugurato – all’interno del campus universitario – un edificio a “energia quasi zero”. Si chiama Velux Lab ed è una struttura appositamente progettata per garantire risparmio energetico, consumi e minimi, rendendo l’intera costruzione a impatto zero (o quasi).
Velux Lab si trova a Milano, esattamente presso il Campus Bovisa ed ospita anche un laboratorio d’eccellenza per la ricerca nell’ambito dell’innovazione sostenibile, dove si svolgeranno le attività di ricerca dei dipartimenti BEST (Building Environment Science & Technology) ed Energia.
Realizzato a partire da un progetto architettonico curato da ACXT/IDOM, il progetto è stato poi ripreso e rielaborato dallo Studio Atelier2 di Milano, che si è occupato della pianificazione degli spazi interni ed esterni dell’edificio che ha una superficie abitabile di circa 65 mq.
Niente è stato lasciato al caso. L’edificio è studiato per garantire le migliori condizioni di luminosità, sfruttando in maniera intelligente la presenza della luce naturale durante il giorno. Per l’isolamento termico e sonoro, poi, sono stati utilizzati solo materiali riciclati o completamente riciclabili. Tutte scelte, dunque, all’insegna della sostenibilità e perfettamente in grado di garantire prestazioni energetiche d’eccellenza, evitando il più possibile la dispersione del calore e la creazione di sbalzi termici eccessivi.
Velux Labè dotato di sensori per il monitoraggio della temperatura interna ed esterna, che permettono di valutarne i consumi complessivi e la reale efficienza energetica. Tra i materiali impiegati per la sua costruzione, ad esempio, vi sono pannelli di isolamento in legno e rivestimenti in fibra di vetro riciclata. In futuro, in vista di una eventuale conclusione del ciclo di vita dell’edificio, i materiali potranno essere separati e riutilizzati per costruzioni successive, oppure avviati al riciclo.
Velux Lab deve essere considerato – e ne siamo tutti molto orgogliosi – un vero e proprio prototipo per la costruzione di laboratori universitari e – ci auguriamo – altri costruttori (in Italia e all’estero) possano prendere spunto!