Otto italiani su dieci riciclano carta e cartone e producono una mole di materiale cartaceo pari a 52,2 chili a testa. Ma dove vanno tutti questi fogli, giornali, scatole, buste, fascicoli e depliant che quotidianamente buttiamo nei cassonetti per la raccolta differenziata? E quanto “costa” tutto questo?
Si stima che, solo nel 2010, il gesto di differenziare la carta ha prodotto 460 milioni di euro, evitando, tra l’altro, la costruzione di 222 nuove discariche nel decennio 1999-2010. Ma possiamo (e dobbiamo) fare di più, evitando – per quanto possibile – gli errori.
La carta, ad esempio, deve arrivare agli impianti con un massimo dell’1% di impurità. Più arriva pulita, infatti, meno lavorazione richiede nell’impianto di separazione, prima cioè che passi alla fase di spappolamento del macero. Il tetrapak invece è fatto con carta di ottima qualità, che quasi tutte le cartiere sono in grado di riciclare. Ma anche esso va sciacquato e privato dei beccucci di plastica.
Non solo riciclo, però.Viene spontaneo chiedersi, allora, se è meglio leggere un quotidiano su carta o online. Quale è il comportamento più ecologico? Leggere su carta produce il 20% in meno di CO2 rispetto a mezz’ora di lettura online (secondo uno studio dello Swedish Royal Institute for Technology). E non solo. La deforestazione è principalmente dovuta alla conversione delle foreste in terreni agricoli e alla raccolta di legname destinato ad altri usi, non alla produzione di carta. Lo sapevate?
L’utilizzo di legname in Europa e nel mondo è soltanto per il 12% conseguenza della produzione di carta. La cellulosa, infatti, è per lo più prodotta da residui generati da altri settori industriali, come le segherie e da legname ricavato dallo sfoltimento degli alberi. L’Italia, infine, è terza in Europa per volumi di macero impiegati.
I motivi per separare e differenziare i diversi materiali presenti nei rifiuti e avviarli correttamente al riciclo non mancano, che dite?!