Il termine parassita viene comunemente utilizzato con un’accezione completamente negativa. Eppure, in architettura, questo concetto ha tutt’altro significato e fa riferimento ad una nuova frontiera del costruire, che nasce dalla reinterpretazione di una pratica antica: una strategia di “riciclo” dello spazio urbano che vede l’immissione di corpi architettonici nuovi in edifici e strutture preesistenti. L’organismo parassita si distingue dall’ospite sia in termini di forma che di spazio, ma rimane ad esso legato da uno stato di necessità, come la condivisione degli impianti.
Rientra perfettamente in questa definizione l’intervento di ampliamento di un villetta unifamiliare di Lissago, in provincia di Varese, realizzato da BLM Domus, divisione del Gruppo Bevilacqua, specializzata nella progettazione e nella costruzione di case passive con struttura portante in legno.
Il committente, una famiglia di quattro persone, ha manifestato a BLM Domus l’esigenza di ampliare la propria abitazione per creare una nuova stanza da letto per uno dei due figli. Il progetto ha soddisfatto la richiesta sfruttando parte del soggiorno esistente per ricavarne la camera aggiuntiva, dando vita, con la creazione di una struttura parassita, ad una zona giorno di circa 60 mq comprensivi di veranda esterna.
Realizzata in soli due mesi su progetto dell’architetto Giovanni Dal Cin – esperto di bioedilizia e progettazione sostenibile – la struttura parassita di BLM Domus, è stata costruita completamente in legno. La zona in ampliamento si integra perfettamente con quella in muratura già esistente, sfruttandone interamente gli impianti, pur mantenendo un’identità distinta in termini architettonici.
“Data la particolarità dell’edificio esistente, una villetta su un unico livello, un piano rialzato caratterizzato dalla particolare copertura con tre tetti a due falde, non era possibile mascherare l’ampliamento – spiega l’architetto Dal Cin – abbiamo quindi deciso di valorizzarne le peculiarità architettoniche, mantenendo comunque la simmetria della facciata attraverso la creazione di una struttura leggera e sollevata da terra”.
Il risultato è una vera e propria “scorpacciata di legno”: un grande locale open space, dal design moderno e minimalista. Realizzato completamente in abete e rivestito con pareti ventilate in larice, è inoltre dotato di una finestra frontale a tutta parete che si affaccia sul giardino.
“Per le pareti è stato utilizzato un telaio in abete, coibentato in fibra di legno con placcatura in fibrogesso” – spiega Marco Bevilacqua, Direttore Tecnico di BLM Domus. “Per garantire l’isolamento, abbiamo realizzato un ulteriore cappotto termico in fibra di legno rivestito con facciata ventilata in larice. Anche la copertura è in legno di abete, coibentato in fibra di legno e ricoperto con un pannello a tre strati di abete. Per l’impermeabilizzazione abbiamo utilizzato una guaina elastomerica. La pavimentazione è completamente in legno, realizzata con un solaio multibox, coibentato in fibra di legno e rivestito esternamente con una pavimentazione in larice”.
Ad accentuare ancora di più il senso di leggerezza, la scelta di avvolgere la struttura con un’ampia veranda, anch’essa rigorosamente in legno, sostenuta da leggeri pilastri, che valorizza la facciata dell’intero edificio.
I vantaggi di una struttura in legno sono molteplici. “Nel caso di Lissago, i committenti erano già orientati alla scelta di questa tecnologia – spiega l’architetto Dal Cin, che segue già da tempo la realizzazione di prefabbricati in legno – ma l’avrei comunque consigliata, non solo per la praticità e i brevi tempi di realizzazione richiesti, che in caso di interventi su edifici esistenti è di fondamentale importanza, ma soprattutto per le ottime prestazioni energetiche e acustiche raggiungibili, con benefici non solo in termini di costi di gestione ma anche di benessere e qualità abitativa”.
Oltre al perfetto isolamento garantito dalla fibra in legno, la casa è stata dotata di una grande stufa in maiolica, costruita proprio nel punto di intersezione tra le due strutture e che servirà al riscaldamento di tutta l’abitazione.
“Per un lavoro come questo, la fase più lunga è quella di progettazione e di assemblaggio delle pareti che avviene interamente presso la nostra sede produttiva – prosegue Marco Bevilacqua – mentre la fase di cantiere, se si esclude il tempo necessario alla realizzazione delle fondazioni in calcestruzzo, è estremamente veloce. In questo caso le pareti e i solai sono arrivati in cantiere già completi di impianti e questo ha permesso di accelerare ancora di più i tempi di assemblaggio riducendoli ad un paio di giorni”
Minimo quindi il disagio per i committenti, che hanno potuto continuare ad abitare nell’edificio in muratura durante tutte le fasi di realizzazione. Fondamentale secondo Bevilacqua anche l’aspetto economico: “La realizzazione di una casa prefabbricata è preceduta da una meticolosa fase di progettazione, che consente di definire con certezza i costi di realizzazione, senza ‘sorprese’ in fase di cantiere”.