Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha preparato un vademecum per il prossimo Governo inerente all’ambiente e alla sua tutela.
L’agenda verde punta al rilancio della Società attraverso Smart Cities, tecnologie verdi e riduzione di emissioni.
Come ha spiegato Clini l’agenda: ” e’ un documento che prende le mosse da quanto abbiamo fatto con il Governo Monti e vuole essere uno stimolo per le scelte ambientali del prossimo Governo“
Il documento è strutturato in otto punti utili da seguire per il rilancio economico-sociale.
1- Grazie agli Stati Generali della Green Economy (Ecomondo 2012 tenutosi a Rimini) abbiamo ottenuto le basi per mantenere i risultati per quanto riguarda la competitività, e per creare lavoro e posti in chiave green.
2- Punto di riferimento per le politiche inerenti al pacchetto europeo clima-energia da rispettare entro il 2020 dovrà essere il Piano nazionale per la “decarbonizzazione” dell’economia italiana e la riduzione delle emissioni di CO2 (presentato al CIPE nel mese di maggio 2012).
All’interno di questo documento sono infatti contenute le misure inerenti a emissioni, fiscalità e molto altro per attivare appieno la Strategia Energetica Nazionale.
3- Il Ministro Clini ha voluto ricordare che il Piano per la decarbonizzazione comprende diversi tipi di sistemi prevedendo inoltre l’applicazione del “carbon management” e di “carbon foot printing” di processi e prodotti, successivi ad accordi con le imprese.
Grazie alla lista, imprese e soggetti privati potranno accedere a fondi in via prioritaria, mentre la pubblica amministrazione troverà sulla stessa il quadro di riferimento per il Green Procurement.
4- Sviluppare reti intelligenti e Smart Cities favorendo del pacchetto degli incentivi per le fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica dando così il via ad un processo che migliorerà sempre più città in Italia e nel mondo dovrà essere uno dei primi obiettivi.
5- Sarà necessario per attuare la prevenzione, necessaria, dei rischi e danni causati da eventi estremi, seguire il Piano nazionale presentato al CIPE.
Il Piano prevede che vengano attuate in Italia le direttive europee in materia di alluvioni, previste da una norma del 2006 ma sempre rinviata.
Il Piano prevede inoltre 2,5 miliardi/anno di investimenti di cui 1 miliardo di risorse pubbliche e 1,5 miliardi risorse private agevolate con credito di imposta.
Gli investimenti pubblici dovrebbero essere liberati dal vincolo del patto di stabilità, come già richiesto alla Commissione Europea.
6- Sarà necessario inoltre svolgere un ruolo come protagonisti nella cooperazione ambientale internazionale, nell’ambito degli impegni e dei programmi approvati dalla Conferenza delle Nazioni Unite di Rio de Janeiro nel giugno 2012, RIO+20.
7- Sarà necessariamente da portare a termini la semplificazione e trasparenza delle autorizzazioni ambientali che non proteggono l’ambiente riguardanti impianti industriali come Ilva e non solo.
8- Bisognerà infine introdurre la fiscalità ambientale, come previsto dal disegno di legge “delega fiscale”, per aumentare la competitività anche oltre i confini.