Si è svolto oggi un appuntamento importante per FareAmbiente, un movimento ecologista europeo per provare a fare il punto sulla situazione della mobilità elettrica in Italia.
Promotore di una proposta di legge che a breve andrà in aula, “Disposizioni per la realizzazione di reti infrastrutturali a servizio dei veicoli alimentati ad energia elettrica”, che incentiva l’acquisto di auto elettriche e prevede l’installazione di apposite colonnine di ricarica veloce, FareAmbiente intende appurare quali passi avanti sono stati fatti sia in ambito legislativo che tecnologico.
Tale legge, in realtà, fu presentata 2 anni fa da Agostino Ghiglia, capogruppo pdl in commissione ambiente della camera ed esponente di FareAmbiente. Essa era – e rimane ancora oggi – la prima e l’unica proposta organica su tale tema e si snoda principalmente su tre direttrici:
1. Realizzazione di adeguate infrastrutture elettriche sul territorio nazionale tramite un apposito piano strategico;
2. Incentivi diretti per l’acquisto di veicoli elettrici;
3. In collaborazione con regioni e comuni, la previsione di aree di ricarica nei piani regolatori generali comunali, di agevolazioni per la realizzazione di prese di ricarica “domestiche”, di “diritto alla presa” e di altre iniziative volte a diffondere una mobilità a basso impatto.
Nel giro di un anno, quel testo è stato fortemente rimaneggiato fino a sfociare nel “Nuovo Testo Unificato” che prevede due filoni di sviluppo, uno relativo al Piano nazionale infrastrutturale e un altro volto a incentivare l’acquisto di veicoli a basse emissioni, sostenuti con due differenti fondi di dotazione da 70 milioni di euro ciascuno.
Nel frattempo, lo sviluppo tecnologico e la ricerca effettuata da molte case automobilistiche in Italia e all’estero, hanno reso disponibili sul mercato veicoli commercialmente più appetibili e con prestazioni più elevate.