Giancarlo Arici è il re della stampa ecologica

Giancarlo Arici è il re della stampa ecologica

Cosa si può fare con gli imballaggi salvati dal macero e modificati? Ci si potrebbe fare il giro del mondo, più volte. No, non è uno scherzo! Ecco la storia di uno stampatore che, insieme ai suoi fratelli, ha rivoluzionato il mondo della stampa.

Tutto inizia più di quarant’anni fa, in una piccola tipografia ricavata da un cascinale di Lainate, a pochi chilometri da Milano. Un giorno un cliente entra in azienda con una richiesta particolare. «Facevo lo stampatore insieme ai miei tre fratelli – racconta Giancarlo Arici, titolare di Rotoprint Sovrastampa S.r.l.- e un cliente arrivò chiedendo di modificare un incarto già stampato. Lo ricordo ancora: voleva cambiare il prezzo su una confezione di ravioli. A dirlo suona semplice, ma in realtà non lo è. A quei tempi non esistevano le tecnologie adatte a un lavoro del genere. E così, mi sono detto: la tecnologia la creo io».

Arici, allora, si mette a studiare come ottenere dalle normali macchine Rotocalco una sovrastampa dalla precisione millimetrica. Passa i giorni e le notti a montare e smontare parti dei macchinari, a fare prove, a creare lui stesso componenti meccaniche da installare sulle attrezzature. Un lavoro certosino che fa nascere una macchina unica e irripetibile. Da allora ne è passata di carta sotto le rotative!

Errori di stampa, novità nelle normative che regolano le etichette, aggiornamenti grafici, necessità di inserire concorsi e promozioni: gli imballaggi dei prodotti cambiano di continuo e spesso le aziende devono fare i conti con materiale già stampato, non più utilizzabile, che giace in magazzino e alla fine deve andare in discarica e che pesano sull’ambiente e sui bilanci delle imprese.

Ma una soluzione c’è, ed è tutta italiana! Ridare nuova vita a packaging sbagliati o obsoleti è la missione di Rotoprint Sovrastampa, azienda di Lainate che ha messo a punto un sistema di sovrastampa a registro in Rotocalco unico in Italia: solo nel 2010 abbiamo lavorato 18mila chilometri di materiali altrimenti destinati al macero. Messi tutti in fila, coprirebbero un viaggio andata e ritorno da Tokio a Los Angeles.

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