Il WWF da la pagella a 23 Paesi africani e asiatici che oggi si trovano ad affrontare i massimi livelli di bracconaggio e traffico illegale di avorio, corno di rinoceronte e parti di tigre.
Il pessimo contrasto al bracconaggio e al commercio illegale da parte di Paesi africani ed asiatici sta infatti minacciando la sopravvivenza delle specie più a rischio, rinoceronti, tigri ed elefanti. Occhi puntati anche sull’Italia dove gli oggetti in avorio di dubbia provenienza sono sempre più frequenti anche online. Questa l’analisi del WWF, presentata oggi in occasione della riunione CITES a Ginevra dove i diversi Governi sono riuniti per discutere una serie di questioni relative al commercio della fauna selvatica.
Il rapporto, intitolato “Crime Wildlife Scorecard: Valutazione e applicazione degli impegni CITES per tigri, rinoceronti e elefanti” analizza le performance di 23 tra i più importanti paesi considerati di transito o consumatori diretti di parti e prodotti di queste specie.
I punteggi dei vari paesi vanno dal verde, al giallo al rosso per ogni singola specie. Il WWF ha con questo lavoro fatto emergere come la piaga del commercio illegale persiste in quasi tutti i 23 paesi esaminati, ma la classifica cerca di differenziare tra i paesi dove il crimine viene attivamente contrastato da quelli in cui gli sforzi attuali sono del tutto inadeguati.
Tra i peggiori c’è il Vietnam che ha ricevuto due punteggi rossi, per rinoceronti e tigri. Il Vietnam è identificato nel rapporto come paese di destinazione top per il corno di rinoceronte, il cui traffico e consumo, ha alimentato una impennata del bracconaggio in Sud Africa negli ultimi anni. Ben 448 rinoceronti sudafricani sono stati uccisi per le loro corna nel 2011 e il paese, che riceve un giallo per i rinoceronti, ne ha persi ulteriori 262 nei primi sei mesi di quest’anno. Secondo il rapporto, sono molti i casi di traffico illegale che hanno visto il coinvolgimento di vietnamiti , molti sono stati arrestati o coinvolti in Sud Africa per l’acquisto illegale di corna di rinoceronte, compresi alcuni diplomatici vietnamiti.
“E’ tempo per il Vietnam primo fra tutti di affrontare il fatto che il suo consumo illegale di corno di rinoceronte è la causa primaria del bracconaggio diffuso di rinoceronti in Africa, e parliamo di specie in via di estinzione, e l’impegno che deve assumersi è quello di reprimerne il commercio illegale di questa specie come di tante altre. Il Vietnam dovrebbe rivedere le sue norme, le sue sanzioni e subito ridurre il mercato al dettaglio, compresa la pubblicità su Internet per il corno diffusa in quel paese”, ha detto Elisabeth McLellan, Global Programme Manager Specie del WWF.
“Il mercato del corno di rinoceronte vietnamita ha stimolato negli ultimi anni anche un traffico di corni rubati da musei o collezioni private “ dichiara Massimiliano Rocco Responsabile del Programma Specie del WWF Italia” problema che è emerso anche nel nostro paese con il furto avutosi in alcuni musei e il rischio che la criminalità arrivasse addirittura ad uccidere animali in zoo per impossessarsi dei loro corni” .
Anche l’applicazione inadeguata delle regole del commercio nel mercato interno in Cina per l’avorio viene evidenziato nel rapporto. La Cina riceve un punteggio giallo per la protezione degli elefanti, cosa che indicano un fallimento da parte del paese per la sorveglianza efficace del suo mercato dell’avorio. “Il flusso continuo di grandi quantità di avorio illegale diretto in Cina suggerisce che l’avorio stia penetrando, cercando in questo modo di ripulirsi, in canali legali del commercio”, dice il rapporto.
La Cina è invitata a migliorare i propri controlli per l’applicazione delle norme sul commercio dell’ avorio e comunicare ai cittadini cinesi in Africa che chiunque pratica l’importazione illegale di fauna selvatica in Cina sarà perseguito e, se condannato, fortemente penalizzato.
Decine di migliaia di elefanti africani vengono uccisi dai bracconieri ogni anno per le loro zanne e la Cina e Thailandia sono le destinazioni più importanti dell’avorio illegale africano. La Thailandia riceve un punteggio rosso per la sua incapacità di chiudere una scappatoia legale che rende facile, fin troppo, per i rivenditori vendere l’avorio proveniente dagli elefanti africani.
“In Thailandia l’avorio illegale africano viene apertamente venduto nelle boutique che si rivolgono agli ignari turisti. I governi dovranno affrontare l’inquietante questione questa settimana. Finora la Thailandia non ha risposto adeguatamente alle preoccupazioni e, con la grossa quantità di avorio di origine incerta in circolazione, l’unica opzione credibile in questa fase è il divieto totale del commercio dell’avorio “, ha detto McLellan.
Il bracconaggio di elefanti è a livelli critici in Africa centrale, dove i rinoceronti rischiano la probabile prossima estinzione. L’anno scorso l’Africa ha visto il più alto tasso di bracconaggio dall’inizio dell’acutizzarsi di questo dramma. All’inizio di quest’anno centinaia di elefanti sono stati uccisi in un solo incidente in un parco nazionale del Camerun. “Data l’escalation del bracconaggio degli elefanti in Africa e l’aumento dei livelli di criminalità organizzata coinvolta nel commercio, è chiaro che la situazione ora è più che mai critica e si deve porre sempre più attenzione anche ai nostri mercati europei e a quello italiano dove le offerte di oggetti in avorio o zanne sono sempre più frequenti anche sui siti online”, continua Massimiliano Rocco.
Il crimine sulle specie selvatiche non solo costituisce una minaccia per gli animali, ma è un rischio per le persone, l’integrità territoriale, la stabilità e lo stato di diritto. La cooperazione regionale è necessaria in Africa centrale per contrastare i flussi di avorio illegale e le armi che transitano nella regione. Il WWF raccomanda ai governi dell’Africa Centrale di adoperarsi per sottoscrivere una legge regionale sulla fauna selvatica che favorisca lo sviluppo di un piano di azione regionale e li esorta a farne una priorità assoluta, allocando le risorse necessarie utili a migliorare l’efficacia dei procedimenti giudiziari per coloro che sono coinvolti nel bracconaggio e nel commercio illegale.
“Anche se la maggior parte dei paesi dell’Africa centrale ricevono punteggi gialli o rossi per gli elefanti, ci sono alcuni segnali incoraggianti. Il Gabon nel mese scorso ha bruciato la sua intera riserva d’avorio, per garantire che le zanne non sarebbero tornate nel commercio illegale, e il presidente Ali Bongo si è impegnato a aumentare la protezione nei parchi del paese e ad assicurare che i crimini della fauna selvatica vengano processati e mandati in prigione. Bruciare gli stock di avorio come di corni o di pelli illegali è un passo essenziale ed importante per dire un netto NO al commercio ed al consumo di queste risorse, una scelta che dovrebbero fare molti dei paesi anche occidentali coinvolti in questi traffici “, ha ribadito Massimiliano Rocco.
Altri punti positivi del rapporto sono le decine e decine di valutazioni “verdi” per India e Nepal per ciascuno dei tre gruppi di specie. Nel 2011, il Nepal ha celebrato un anno senza che si registrasse alcun caso di bracconaggio ai danni dei suoi rinoceronti, ciò grazie al miglioramento delle iniziative di contrasto al bracconaggio messe in atto.
Il rapporto viene pubblicato oggi che i paesi membri della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche (CITES) sono coinvolti nella riunione annuale del Comitato permanente, offrendo così elementi utili alla discussione. Il WWF Internazionale si appresta a lanciare una campagna globale per combattere il commercio illegale di specie selvatiche, che sta mettendo in dubbio il futuro di elefanti, rinoceronti e tigri a rischio.