L’impatto ambientale dei gadget tecnologici

Un interessante articolo pubblicato su Wired.it solleva il tema dello smaltimento dei rifiuti derivanti dall’elevata diffusione dei gadget tecnologici come lettori mp3 e telefoni cellulari. E’ sufficiente segnalare che solo la scorsa settimana in Cina si è toccato un record: centomila iPhone 4 venduti in pochi giorni. Questo basta per rendersi conto della dimensione del fenomeno. Quando tali oggetti si romperanno o verranno sostituiti con i nuovi modelli, come verranno smaltiti senza produrre montagne di tecno-spazzatura?

Per comprendere meglio quanto può essere difficile smaltire un prodotto come l’iPhone, qualcuno (la società di ricerche Semiconductor Insights) si è armato di cacciavite e ha provveduto a sezionarlo analizzando ogni singolo componente. Ecco il video che mostra l’intera operazione:

All’interno del case (di alluminio, plastica o acciaio inossidabile, a seconda dei modelli) e dietro allo schermo in cristalli liquidi ricoperto da vetro antigraffi, si nasconde un insieme di microchip composto dal processore centrale, da due memorie flash, da una scheda Lan wireless, un componente Bluetooth, un decodificatore audio e una trasmittente Gsm-Edge.

Giovanni Donatelli, docente di scienza dei materiali del politecnico di Milano, spiega che:

“Quasi tutti i cellulari e lettori mp3 possono essere divisi nei loro componenti fondamentali: il case, la cui plastica può essere fusa e riutilizzata per prodotti low-tech; i microchip e la componentistica interna, le cui parti metalliche vengono separate tramite magneti, e il resto poi suddiviso a seconda del peso specifico dei materiali; e infine la batteria al litio, con un suo percorso apposito di recupero”.

Secondo il consorzio Remedia per la gestione e il recupero dei rifiuti elettrici ed elettronici quasi il 90% di tali componenti può essere riciclato. Ora, ripetendo il processo per 8mila iPhone (più o meno una tonnellata di telefonini), si ottengono ben 110 chili di rame, 60 chili di ferro, 15 chili di nichel e 4 chili di altri metalli preziosi.

“Nel 2009 si raccoglievano 3,2 chili di rifiuti elettrici per abitante, di cui 0,51 chili da elettronica varia di consumo”, spiega il direttore generale di Remedia Danilo Bonato. “La raccolta è quasi raddoppiata nel giro di due anni, ma stenta ancora a decollare per i piccoli dispositivi. Servirebbero delle campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico”.

In teoria, riciclare un telefonino è abbastanza semplice. Chi compra un gadget hi-tech può restituirlo al negozio alla fine del suo ciclo vitale, senza incorrere in alcuna spesa. “In molti comuni italiani – spiega Katya Le Donne, dell’ufficio scientifico di Legambiente – mancano però le piazzole di ritiro e i casi di rivenditori che non sanno come smaltire i rottami sono sempre più frequenti”.

Leave A Response

You must be logged in to post a comment.