Una sigaretta accesa al parco e i livelli di smog crescono a dismisura, arrivando a toccare addirittura picchi di gran lunga superiori a quelli delle giornate più inquinate.
Proprio così. Ad aprire il dibattito sull’opportunità di spazi verdi no-smoking nelle metropoli sono gli studenti reclutati dal progetto “La scuola della salute 1” promosso dal ministero dell’Istruzione, università e ricerca in collaborazione con la Fondazione Irccs Istituto nazionale tumori (Int) di Milano e l’associazione Chiamamilano.
I risultati del test, condotto da un pool di ragazzi del liceo al Parco Sempione nel cuore del capoluogo lombardo, sono stati presentati oggi nella sede di Chiamamilano. E i risultati non richiedono un grande sforzo interpretativo: “Una persona che in un parco si trova vicino a un fumatore – avvertono gli autori dell’esperimento – respira una quantità di polveri sottili più che tripla rispetto a quella che respirerebbe in una delle giornate più inquinate“. Ma a volare alle stelle per colpa di una “bionda” al parco, aumentando anche di oltre 40 volte, è soprattutto il carbonio organico: un indicatore dei livelli di idrocarburi policliclici aromatici, la frazione più tossica del particolato fine.
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