Hi-Tech & Ambiente per l’economia sostenibile del futuro: live blogging

Mi trovo oggi a Milano per seguire il convegno organizzato da ReMedia e dedicato a “Hi-Tech & Ambiente per l’economia sostenibile del futuro”.

Mario Tozzi, Primo Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche e conduttore televisivo, apre i lavori del convegno e, utilizzando alcuni frammenti del film “Cast Away”, mostra come l’uomo, utilizzando la propria intelligenza, può sfruttare gli oggetti anche in modo differente da quello per cui erano stati progettati.

Tozzi sottolinea come l’uomo tenda ad utilizzare le risorse in modo intelligente e responsabile solo quando si trova in condizioni di emergenza, mentre in situazioni di “normalità” è più propenso allo spreco.

Nei prossimi anni saranno diverse le sfide che dovremo affrontare per evitare di causare ulteriori danni all’ambiente: un cambiamento degli stili di vita, un utilizzo più intelligente delle risorse e la capacità di riciclare più rifiuti possibili.

Uno degli scenari possibili, da qui al 2020, è che i consumatori non modificheranno più di tanto le proprie abitudini di acquisto ed anche i prodotti non subiranno particolari cambiamenti dal punto di vista dell’efficienza energetica. Tale scenario ovviamente non porterà a nessun miglioramento rispetto alla situazione attuale.

Nello scenario positivo invece i consumatori inizieranno a dare fiducia alle imprese che forniscono prodotti eco-compatibili e che lavorano maggiormente nell’ottica del prodotto come servizio. In questa situazione il 90% dei prodotti viene realizzato con materiali riciclati.

Grazie ad un collegamento via Web, è possibile ascoltare anche l’intervento di Mike Anane, giornalista e attivista ambientalista in Ghana, in merito al problema dell’esportazione illegale di rifiuti elettronici verso i paesi in via di sviluppo. Il Ghana ad esempio è spesso utilizzato come “discarica” per vecchi televisori, computer e monitor provenienti dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dall’Olanda e anche dall’Italia.

Nel breve termine è fondamentale che i consumatori siano consapevoli di questa situazione e che orientino le loro scelte di acquisto verso i prodotti delle aziende che operano con maggior responsabilità e rispetto nei confronti dell’ambiente.

Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia, sottolinea come in Europa 6,3 milioni di tonnellate di rifiuti (su un totale di 9,5) elettronici vengono “gestite” attraverso l’export illegale, lo smaltimento irresponsabili ed il riciclaggio abusivo.

Questo significa perdere:

  • circa 5 milioni di tonnellate di materiale che potrebbe essere recuperato;
  • 2,7 milioni di tonnellate di petrolio equivalente non risparmiate;
  • 25 milioni di tonnellate di CO2 emesse in più.

E’ quindi necessario rafforzare l’applicazione della direttiva WEEE, vietare l’esportazione dei rifiuti elettronici ed investire nello smaltimento dei rifiuti RAEE. Fortunatamente dal 18 giugno 2010 entrerà in vigore la norma dell’Uno contro Uno che obbligherà i rivenditori ad impegnarsi nel ritiro dei rifiuti a fronte della vendita di un nuovo prodotto elettronico. Questo dovrebbe sicuramente permettere un sostanziale miglioramento della situazione.

E’ ora il momento di Wayne Rifer, EPEAT Director of Standards and Product Verification – Green Electronics Council,

L’EPEAT è uno strumento pensato per aiutare gli acquirenti a considerare le tematiche ambientali nel processo di acquisto dei prodotti elettronici. Fornisce inoltre dei criteri atti ad individuare livelli di performance chiari e coerenti anche per i produttori.

Il sistema EPEAT include 51 criteri di performance ambientale, un sistema di identificazione e verifica dei prodotti e un calcolatore dei benefici ambientali. Dei criteri previsti, 23 sono obbligatori e 28 opzionali e riguardano la scelta dei materiali, il risparmio energetico, la gestione del fine vita, l’imballaggio ed altri fattori. EPEAT prevede inoltre tre tipologie di certificazione, a seconda del numero di criteri rispettati: EPEAT Bronze, EPEAT Silver e EPEAT Gold.

Attualmente sono numerose le aziende produttrici aderenti ad EPEAT, sul sito è possibile visualizzare la lista completa. In quest’altra pagina è invece possibile scoprire gli enti, le organizzazioni e le aziende che acquistano con EPEAT.

Nel 2007 sono stati venduti circa 109 milioni di prodotti certificati EPEAT che hanno portato alla riduzione di 3.440 tonnellate di materiali tossici, 131.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, 43,3 miliardi di kWh risparmiati.

I prossimi obiettivi del sistema EPEAT sono l’espansione verso il settore delle stampanti e dei sistemi di immagine, verso quello delle TV e dei server.

Silvia Ferraris e Francesco Trabucco, rispettivamente ricercatrice e professore presso il Politecnico di Milano, iniziano il loro intervento parlando di design ed eco-design.

Uno degli approcci utilizzati per creare dei prodotti “green” è quello di utilizzare del materiale riciclato oppure dei bio materiali. E’ inoltre importante concepire i prodotti in modo che siano facili da disassemblare una volta raggiunta la fine del loro ciclo di vita, questo approccio permette di rendere più efficiente e meno costoso il riciclo dei materiali. L’attenzione al packaging è un altro aspetto da considerare per la riduzione dell’impatto ambientale di prodotti.

Molti interessanti alcuni progetti (concept) condotti presso il Politecnico, come quello di una cucina con gli elettrodomestici coordinati tra loro da un software, per sfruttare nel modo più efficiente possibile le risorse energetiche.

L’ultimo intervento è quello di due studenti del Politecnico che, grazie a ReMedia, hanno potuto portare a termine una ricerca sul tema del “Design for remanufactoring”. Lo studio è stato condotto sia su un climatizzatore che su di un monitor LCD. In entrambi i casi sono stati considerate le varie componenti dei prodotti analizzando la compatibilità dei materiali, l’ordine di disassemblaggio e struttura e la valutazione della disassemblabilità.

E’ da segnalare inoltre che, nel corso dell’evento, Vittore Maragon, Amministratore Delegato di DNV Italia, ha consegnato a Roberto Lisot (Presidente di ReMedia) la certificazione DNV per l’impiego degli standard, gli audit periodici e l’adozione di modelli per la qualità e la gestione ambientale.

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