Emergenza rifiuti a Napoli, Napoli sommersa dai rifiuti, Napoli invasa dalla “monnezza” come si dice da quelle parti. In questi giorni sembra che non si parli di altro, almeno in Italia. Ma basta alzare lo sguardo e superare i nostri confini nazionali, per capire come funziona (bene) negli altri paesi.
La Danimarca, ad esempio, è un esempio virtuoso da cui potremmo (dovremmo?!) prendere spunto. Qui, nel 1970 fu aperto l’impianto di Amagerforbrænding (appena fuori Copenaghen), in grado di trasformare l’immondizia in energia.
Nel corso degli anni è stato migliorato, fino ad arrivare oggi a generare 26 MW di elettricità, che fornisce il teleriscaldamento a 140.000 abitanti della capitale danese. La centrale ha emissioni nettamente inferiori ad un impianto a carbone, (anche se genera meno potenza), e grazie ad impianti come questi, solo il 3% dei rifiuti di Copenaghen finisce in discarica: il restante 97% può essere riciclato o incenerito e trasformato in energia.
I rifiuti in Danimarca non finiscono nelle discariche, producono energia e calore. Ogni residuo – ogni scoria, perfino – viene riutilizzata, ove possibile.
In Italia, sono stati stanziati diversi miliardi per la costruzione del termovalizzatore di Acerra che, come vediamo, non sembra poi funzionare così bene. Forse, investire nel green sarebbe stato più proficuo, almeno dal punto di vista ambientale!