Un master in Niger e Tunisia per imparare a combattere la desertificazione

Un master in Niger e Tunisia per imparare a combattere la desertificazione

Dieci giorni in Niger con 18 ragazzi laureati in discipline diverse per vedere sul campo uno dei più importanti progetti di cooperazione italiana.

Si chiama Keita e prende il nome da una provincia di questo paese che 15 anni fa era stato investito da un evento di siccità particolarmente violento e quindi si era spopolato. 5.000 km2 che oggi – grazie a diversi interventi di sviluppo rurale – ospitano perfino un allevamento di acquacoltura e campi coltivati per 302 ettari.

Un miracolo reso possibile da un agronomo italiano della FAO attraverso la messa a punto di interventi di controllo e utilizzo razionale delle acque piovane che si manifestavano con eventi rari ma molto violenti. Il segreto contro la desertificazione, al di là del paese in cui questo fenomeno si manifesta, è saper predisporre il terreno ad accogliere le risorse idriche in modo adeguato e fruttuoso. Alle donne, uniche abitanti di quella zona, è stato insegnato a fare piantumazioni, vale a dire buche nel terreno per piantarvi milioni di piante. Un lavoro di consolidamento fatto tutto a mano in una zona scoscesa, che ha fatto sì che l’acqua anche se poca, drenasse nel terreno a tal punto che oggi nella parte pianeggiante della vallate coltivano ortaggi, dalle zucchine, ai cavoli, alle cipolle esportati addirittura nei paesi confinanti.

I ragazzi del Master RIADE hanno poi avuto modo di vedere alcune aree soggette a processi di desertificazione in Tunisia dove, nel corso di millenni si sono stratificate conoscenze e tecniche tradizionali e di conservazione delle risorse idriche e dei suoli. Particolarmente interessanti, a questo proposito, sono le ‘Foggarà’, gallerie sotterranee drenanti di acqua in grado di raccoglierla e trasportarla per centinaia di chilometri; si tratta di strutture millenarie che andrebbero ripristinate.

Alcuni esempi di queste gallerie ‘drenanti’, anche se con caratteristiche diverse sono presenti nel nostro Mezzogiorno, in particolare nelle Murge dove, sempre nell’ambito del progetto, con il professor Laureano sono state documentate e ampiamente descritte le dinamiche delle popolazioni risalenti a ben 10.000 anni fa.

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